CIVITAVECCHIA – Ma è davvero impossibile garantire la legalità dentro il Porto di Civitavecchia? Quello che accade ogni giorno sulle banchine, al momento dello sbarco di migliaia di croceristi, è un fenomeno lampante, eppure sotterraneo e invisibile al tempo stesso per la disarmante e impunita illegalità che l’accompagna. Una realtà che porta alla mente scenari di terre criminali apparentemente lontane nella nostra percezione comune, talvolta più riconducibili a scene cinematografiche, eppure che si consuma nella nostra città quotidianamente, davanti ai nostri occhi. Non nel profondo Sud del Paese, se vale ancora questa distinzione geografica quando si parla di criminalità italiana; che anche a Civitavecchia, in questo caso, sembra essere più che organizzata.
Quello del trasporto illegale di croceristi nel nostro scalo, infatti, sembra avere tutte le caratteristiche di un fenomeno dai proventi sicuri e redditizi. Ed è un fenomeno ormai noto: Ncc abusivi stazionano a bordo nave per accaparrarsi i turisti non appena mettono piede a terra. La legge che disciplina l’attività del Noleggio con conducente è chiara: possono stazionare a bordo nave solo gli Ncc che hanno già una prenotazione del crocerista e che sono dunque autorizzati ad aspettarlo. In assenza di tale prenotazione l’invito ad usufruire del servizio, o peggio ancora la contrattazione del trasporto, è illegale. Ma è proprio quello che avviene ogni giorno al porto. Con i contorni che i peggiori contesti criminali disegnano. Chi esercita l’attività di Ncc con tutti i crismi e le autorizzazioni, nel pieno rispetto della legge e delle consistenti tasse da versare, si vede sottratto il lavoro dagli abusivi. E ciò non accade ovviamente ricorrendo al bon ton. Il solo attendere clienti che hanno già prenotato un trasporto per Roma o altre mete diventa pericoloso: minacce, fisiche e verbali, a chi cerca di svolgere il suo lavoro nel pieno rispetto delle regole, sono diventate più che frequenti. E a testimoniarlo ci sono varie denunce pervenute in questi mesi alle Forze dell’ordine e alle autorità preposte: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia municipale, Capitaneria di Porto e Autorità portuale. Eppure, salvo qualche sporadico controllo, l’abusivismo e le intimidazioni continuano. Riconoscere un Ncc abusivo dentro il porto, tuttavia, non è certo una operazione difficile. Basta farsi un breve giro nello scalo, nei pressi del Forte Michelangelo e dell’area dismessa dei vecchi Silos, e non occorre avere vista aguzza e tempi lunghi per scorgerli. Anche perché quelli che sono pienamente autorizzati a svolgere l’attività di noleggio con conducente sono piuttosto pochi e con tutta probabilità ben noti alle forze dell’Ordine. Lo sono di sicuro all’Autorità portuale, che sa perfettamente chi lavora in regola dentro il suo territorio. Ancora più facile, poi, riconoscere gli abusivi al di fuori del Porto, dove stazionano all’altezza della rampa di accesso a Piazza degli Eventi in attesa di quei clienti che alcuni complici gli “consegnano” dove avergli proposto la corsa appena scesi dalla nave (vedi foto principale).
Di fronte a questo squallido scenario c’è la rabbia, la frustrazione, l’impotenza e a tratti anche la paura di chi esercita il proprio lavoro nella piena legalità e che si chiede se valga la pena continuare onestamente a lavorare quando dilaga l’illegalità; e, soprattutto, si chiede che cosa deve fare per riuscire ad esercitare il suo mestiere senza essere sopraffatto dagli abusivi.
C’è una risposta sul perché questa palese forma di illegalità si consuma ogni giorno senza una radicale operazione di repressione da parte delle Forze dell’ordine? E’ un fenomeno sottovalutato? Si potrebbe pensare forse che si tratta di piccoli atti delinquenziali, tutto sommato fisiologici in una città portuale. Ma la portata del fenomeno è troppo grande e il giro di affari troppo consistente per pensarlo. E se nel Porto di Civitavecchia fosse arrivata la camorra a gestire il trasporto abusivo dei croceristi?
Marco Galice