CIVITAVECCHIA – “Un percorso sicuramente originale”. Così il Presidente dell’Ater Gino Vinaccia ed il Direttore Generale Antonio Sperandio commentano sarcasticamente la proposta lanciata ieri a mezzo stampa dal Sindaco Tidei di affidare al Comune la realizzazione degli alloggi popolari.
“Al di là del metodo che poco si addice ad un corretto e leale rapporto istituzionale nell’interesse superiore della comunità ed al quale comunque continuiamo a credere – affermano in una nota congunta Vinaccia e Sperandio – è necessario sottolineare alcune considerazioni di merito ad evitare che si dia dell’Ater un’immagine non corrispondente alla realtà. Un’immagine distorta secondo la quale l’unico modo per mettere a frutto da domani i 24 milioni di euro fermi da anni nelle casse dell’Ater sarebbe quello di trasferirli sic et simpliciter nelle casse del Comune. Giova ricordare che le attività dell’Ater sono normate da disposizioni e da leggi sia nazionali che regionali. Prima fra tutte la legge regionale 6 agosto 1999 n. 12 che, all’articolo 4, stabilisce le funzioni ed i compiti dei Comuni ed al successivo articolo 5 quelli degli Iacp oggi Ater. Segue la legge nazionale n.560 del 24/12/1993 che detta le ‘Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica’ e quindi la Legge Regionale n. 27 del 28/12/2006 che, agli articoli 49, 50 e 51, disciplina l’utilizzo dei proventi derivanti dall’alienazione delle unità immobiliari di edilizia residenziale pubblica da destinare al reinvestimento in edifici ed aree edificabili, per la riqualificazione e per l’incremento del patrimonio abitativo pubblico, mediante nuove costruzioni, recupero e manutenzione straordinaria di quelle esistenti”.
Vinaccia e Sperandio sottolineano come “al di là di questo quadro normativo, l’Ater non può né intende muoversi, pur mantenendo integra la volontà di affrontare e risolvere, di comune accordo, il grave problema dell’emergenza abitativa. Va ulteriormente specificato che laddove le norme consentissero all’Ater di acquistare alloggi dal Comune (?) non sarebbe oltremodo possibile destinarli all’edilizia sovvenzionata e cioè a tutti quei richiedenti che sono inseriti nella graduatoria comunale. Diversamente, si esporrebbe l’Azienda all’intervento diretto della Corte dei Conti cosa che, siamo convinti, né il Comune, né tantomeno l’Ater possono auspicare. Resta la via più celere: la messa a disposizione delle aree pubbliche che il Comune possiede e che l’Ater, come già più volte comunicato, sarebbe disponibile anche ad acquistare, impegnando, nel rispetto delle norme, le proprie risorse finanziarie ed avviando immediatamente la costruzione di alloggi di edilizia sovvenzionata da destinare a coloro che sono inseriti nella graduatoria comunale”.
“In buona sostanza – concludono – si tratterebbe di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Protocollo d’Intesa sottoscritto il 05/07/2012 da Regione, Comune e Ater”.