Lou Reed è morto a 71 anni, . Leader dei Velvet Underground aveva subito un trapianto al fegato nel maggio scorso e, proprio per delle complicazioni in seguito all’operazione, è deceduto a Southampton, il sobborgo newyorchese dove si era trasferito con Laurie Anderson, compagna di una vita.
Nato nel 1941, Lou, figlio della buona borghesia ebraica di New York, si diede una missione fin da subito, nel Village ribollente degli anni 60: scandalizzare proprio la crema benpensante da cui proveniva, introducendo nel rock «stardom», tutto sommato convenzionale in ambito di genere, il concetto di diversità, le storie negate dei loser, i tossici e gli omosessuali.
Andy Warhol s’innamorerà dell’estro di questo ragazzotto e si inventerà con lui i Velvet Underground& Nico. Dal 1966, solo quattro anni e quattro album, ma una band che scriverà capitoli fondamentali della storia del rock con brani come«Sweet Jane», «Venus in Furs » o «Pale Blue Eyes»
A Londra nei primi anni ’70 incontra David Bowie e nasce la loro collaborazione. Con Bowie inizia anche la trasformazione con il look glam del 1972, da cui nasce Transformer che lo lancia facendolo diventare un idolo
e diventare ispiratore assoluto e nume tutelare del punk newyorchese.
Lou voce di carta vetrata, al limite del monocorde, chitarra devota all’essenziale, nemico degli arzigogoli in voga allora, gli assoli inutili e le tastiere oppressive ha nei suoi allievi i Ramones o Patti Smith.
Schiavo dell’eroina, Reed arriva miracolosamente indenne agli anni 80, non senza lasciare per strada almeno tre capolavori : «Transformer» (con la succitata «Walk On The Wild Side» e l’altrettanto splendida «Perfect Day»), « Berlin» e «Coney Island Baby».l’ultima apparizione in Italia nel 2011 .
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