ITALIA – Il Gruppo Unicredit ha perso nel 2013 circa 26 mila euro al minuto, il risultato finale quindi si attesta su 14 miliardi di euro. Durante il quarto trimestre dell’anno si sono concentrate tutte le perdite del gruppo, frutto di drastiche svalutazioni sul cosiddetto “avviamento” e di nuovi massicci accantonamenti per far fronte al continuo lievitare dei crediti dubbi. Il bilancio sarebbe stato anche peggiore se la Banca d’Italia non avesse rivalutato la quota di Unicredit del 22%, rivalutazione che ha avuto un impatto sui conti da 1,4 miliardi di euro. Nessun analista della banca, forse peccando di ottimismo, aveva previsto una tale perdita. Contestualmente ai conti il gruppo guidato da Federico Ghizzoni ha presentato il nuovo piano industriale. Non ci saranno nuovi aumenti di capitale ma verranno divisi azioni da 10 centesimi ai soci. Le entrate per rafforzare il gruppo potrebbero arrivare su emissioni obbligazionarie, dalla quotazione di una parte di Fineco (la banca online controllata dal gruppo) e dalla vendita della divisione che gestisce i crediti. La parte più pesante del piano industriale è però quella che parla di licenziamenti per circa 8.500 dipendenti da oggi al 2018, circa 5.700 saranno quelli in Italia. Si prevede per il 2014, a fronte degli interventi descritti, un ritorno al guadagno di 2 miliardi di euro da parte del gruppo Unicredit, il titolo non ha risentito inoltre in Borsa della gigantesca perdita ma anzi a chiuso in positivo con un guadagno del 6%.
Dai 14 miliardi persi di Unicredit si passa ai debiti di “Monte dei Paschi di Siena”, il bilancio negativo per l’azienda nel 2013 arriva a quasi un miliardo e mezzo di euro ed è il settimo bilancio negativo per la banca senese. Sul risultato, che è comunque migliore rispetto ai 3,7 miliardi in perdita del 2012, pesano le rettifiche per deterioramento di crediti per circa 2,75 miliardi di euro. Il valore di solidità patrimoniale passa dall’ 8,9% dello scorso anno al 10%. Il risultato registra un incremento di 188 milioni grazie agli effetti positivi dei Monti Bond che hanno portato nelle casse della banca ulteriori 2,1 miliardi di euro. Un ulteriore aiuto arriva grazie alla rivalutazione delle quote da parte di Banca d’Italia che ha fatto guadagnare 1,4 miliardi a Unicredit.
L’operazione per l’aumento di capitale, si parla di 3 miliardi di euro, è guidata da Ubs, al fianco di Citigroup, Goldman Sachs e Mediobanca. Si aggiungono poi Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, JpMorgan, Morgan Stanley e Société Générale in qualità di intermediari.