Il rinascimento del partito a Civitavecchia porta con sé indelebile la convinzione che, tra le tante pagine da voltare, vi sia anche e soprattutto quella di un modo di gestire il potere troppo lontano dalla gente e soprattutto dai suoi bisogni. Voltare pagina: ma come? Certamente non incancrenendo il dibattito, alzando i toni e rifugiandosi in schemi manichei, facendo diventare le elezioni comunali una sorta di “plebiscito” pro o contro una persona o un ente del territorio. È questo un metodo gattopardesco che, lo dimostrano le vicende politiche più recenti nella nostra città, porta soltanto a ripetere gli stessi errori e a riproporre gli stessi personaggi. Cioè proprio coloro che non hanno saputo dare risposte e che, riproponendo all’infinito i soliti dualismi, hanno permesso che la crisi peggiorasse, che le attività chiudessero, che i posti di lavoro andassero persi e con essi la ricchezza stessa di un territorio.
La novità in tal senso non può essere neanche rappresentata da chi ha compartecipato alla gestione del potere e oggi promette “discese in campo” una volta alla settimana, forse consapevole che dietro la sottilissima crosta di facciata non ha alcuna credibilità da spendere, se non l’indennità di servizio di una delle due facce della medaglia dei soliti poteri forti.
Forza Italia non accetta repliche, né replicanti. Il suo nuovo corso non prevede campagne elettorali permanenti, ma una attività politica che sia lo strumento attraverso il quale la gente possa tornare a vivere attivamente le decisioni che riguardano la nostra comunità. In questo la discontinuità rispetto al passato sarà feroce, perché questo partito vuol essere innanzitutto la valida alternativa morale a quell’utilizzo personalistico e spregiudicato della cosa pubblica di cui il centro-sinistra è stato oggettivamente il maggior protagonista degli ultimi anni.
Se lo metta bene in testa chi vorrebbe, attraverso ben collaudati sistemi, soltanto continuare a coltivare il suo angolo di potere. Il suo tempo è finito. Gli elettori glielo dimostreranno una volta per tutte.
I delegati Giacomina De Fazi e Michele Trotta