BRUXELLES – L’Atlante sulla Giustizia Ambientale è stato lanciato ufficialmente il 19 marzo a Bruxelles. L’ iniziativa è co-organizzata dall’Ufficio Ambientale Europeo e dall’Ufficio del Programma Ambiente delle Nazioni Unite. Alla realizzazione della Mappa ha collaborato attivamente il CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, istituto indipendente italiano che lavora dal 2007 alla mappatura dei conflitti ambientali nel mondo e che è tra i partner del progetto Ejolt (Environmental Justice Organisations, Liabilities and Trade).
La piattaforma di mappatura online, con una veste grafica nuovissima e interattiva, descrive dettagliatamente lo sviluppo di più di 1.000 conflitti ambientali in tutto il mondo. Potete cliccare su un punto qualsiasi della mappa per conoscere gli attori coinvolti e la descrizione del conflitto con il suo sviluppo attuale e le fonti bibliografiche. Questo strumento consente agli utenti di filtrare attraverso un centinaio di coordinate e criteri di ricerca e di affinare la navigazione attraverso ricerche mirate per materie prime, aziende, paesi e tipi di conflitto. Con un click, ad esempio, potete visualizzare una mappa globale dei conflitti sul nucleare, sui rifiuti, sull’acqua o dei luoghi ove le comunità hanno un problema con una particolare azienda chimica o mineraria. Le mappe create attraverso i filtri di ricerca possono essere condivise su pagine Web o social network.
L’Atlante renderà più semplice la ricerca di informazioni, il collegamento con altri gruppi di lavoro su temi correlati e aumentando la visibilità dei conflitti ambientali ne renderà possibile l’utilizzo per l’insegnamento e il lavoro di advocacy. La mappa ha il merito di evidenziare inoltre alcune tendenze allarmanti, tra cui la continua impunità delle aziende per i crimini ambientali e il fatto che l’80% dei casi comporta la perdita di essenziali mezzi di sussistenza. Utile ed ispirante è inoltre che tra le storie di devastazione ambientale, repressione politica e persecuzione degli attivisti la mappa segnala diversi casi di vittorie per la Giustizia Ambientale. Molti casi giudiziari sono infatti stati vinti, numerosi i progetti cancellati che hanno portato ad una sostanziale difesa e riappropriazione di beni comuni. Il 17% dei casi presenti sulla mappa possono essere considerate vittorie per la Giustizia Ambientale. Più di 2.000 imprese e istituzioni finanziarie sono coinvolte in questi processi di spoliazione, inclusi molti attori statali e aziendali dei paesi sviluppati, con crescente partecipazione da parte delle economie emergenti.
Più di 100 personalità provenienti da 23 diverse Università e Organizzazioni per la Giustizia Ambientale di 18 paesi insieme a decine di collaboratori indipendenti provenienti da tutto il mondo hanno unito le loro forze per creare questa enorme e preziosa risorsa. Per il CDCA è stata presente alla presentazione della Mappa Lucie Greyl, coordinatrice scientifica e responsabile della progettazione europea del Centro. Il progetto è stato coordinato dal Professor Joan Martinez-Alier e il suo team di economisti ecologici dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB-ICTA). “L’Atlante illustra come i conflitti ambientali stiano dilagando nel mondo, dovuti al progressivo aumento di richiesta di materie prime da parte dalla classe dominante e dal ceto medio della popolazione globale” dice Martinez-Alier. “Le più afflitte sono le comunità povere, emarginate e indigene che non hanno un potere politico tale da garantire Giustizia Ambientale e accesso alle cure sanitarie”.