CIVITAVECCHIA – Non è bastata la giornata mondiale dell’acqua celebrata il 22 marzo, né le tante discussioni sull’acqua pubblica in città e in Regione, per risolvere i problemi di alcune parti della città che quell’acqua, ormai da mesi, la vedono sparire per giorni e giorni. I disservizi idrici a Civitavecchia si stanno trasformando in un calvario per molti cittadini. Diversi guasti verificatisi sulla rete di distribuzione cittadina nei passati giorni, e lavori che si sono protratti più del dovuto, hanno ultimamente bloccato il quartiere San Liborio per tre giorni. Ciò che aggrava il disagio e le difficoltà è spesso la mancanza di informazioni sui lavori in corso e sui tempi di esecuzione degli stessi. Cisterna Faro, Campo dell’Oro, Boccelle, San Gordiano: gli abitanti di diverse zone della città si ritrovano troppo spesso con i rubinetti a secco.
Il problema è la scarsa considerazione dell’acqua come “bene prezioso” per cui la gestione della stessa lascia spesso a desiderare. La colpa? Principalmente dei guasti alle vecchie condutture che si rompono facilmente, inondando la città di fiumi d’acqua, e della scarsa manutenzione generale di tubature e tombini. La notte scorsa si è verificata la rottura della distributrice idrica comunale primaria in corrispondenza di via Dandolo, perdite sono tutt’oggi segnalate dovunque, (da via Galileo Galilei all’incrocio con i palazzi della Sola di Cisterna Faro). L’Ufficio Acquedotti fa sapere che i tecnici sono al lavoro per riparare il guasto, il più delle volte però i cittadini rimangono senza informazioni per giorni nella speranza che la situazione ritorni alla normalità il più velocemente possibile, in attesa della prossima mancanza di erogazione dell’acqua. In una città importante come Civitavecchia sembra impossibile che tali problemi si presentino così spesso lasciando la gente senz’acqua per giorni e giorni. Oltre alle grandi discussioni l’Amministrazione Comunale dovrebbe interessarsi anche a quelle che possono sembrare piccole accortezze ma che poi possono diventare gravi disagi per i cittadini, afflitti da un problema ormai ciclico. Anche su aspetti del genere, che devono essere sempre primari, si misura la qualità della vita di una popolazione. L’acqua è un bene fondamentale per la vita e dovrebbe essere garantita in quantità sufficiente ad ogni cittadino. Cosa che oggi non avviene in quanto abbiamo una rete idrica che perde acqua da tutte le parti, che la qualità dell’acqua lascia a desiderare in quanto la captazione avviene a valle del depuratore di Canale Monterano. La legge Regionale inoltre attribuisce agli amministratori la responsabilità, di individuare le modalità gestionali più adeguate. Forse oltre e parlare di acqua pubblica sarebbe doveroso anche assicurarsi che poi quell’acqua, pubblica o privata che sia, possa effettivamente arrivare nelle case dei cittadini.