ROMA – “Abbiamo presentato una proposta di legge per l’uso terapeutico della cannabis, con il sostegno dei consiglieri Quadrana, Bonafoni e Avenali. Inizia così un percorso legislativo che può rappresentare un’altro punto d’eccellenza per la Regione Lazio.” Così in una nota Gino De Paolis, capogruppo Sel alla Regione Lazio.
“La Pl – spiega De Paolis- punta infatti a rendere effettiva la disponibilità dei farmaci cannabinoidi e ridurre il costo di quelli importati dall’estero, avviando azioni sperimentali o specifici progetti pilota con altri soggetti autorizzati, per produrli sul territorio, così come previsto già da altre Regioni italiane come l’Abruzzo, la Toscana, il Friuli, il Veneto, la Liguria, le Marche e la Puglia, che prima di noi hanno approvato una legge in questo senso.
Questa proposta, che speriamo di poter portare presto in aula per la discussione e l’approvazione, ha il chiaro intento di rendere attuative le norme già pienamente in vigore a livello nazionale. Essa ha come obiettivo riunire ed integrare in un unico testo le norme nazionali esistenti per il loro razionale utilizzo a livello regionale, al fine di facilitare l’accesso a tali farmaci. I medicinali cannabinoidi potranno essere prescritti, con oneri a carico del SSR, da medici specialisti del SSR e da medici di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista, consentendo ai malati ed al servizio pubblico della nostra regione di non dipendere esclusivamente dalle importazioni per l’approvvigionamento della cannabis medicinale e a razionalizzare le spese che possono, in questo modo, essere drasticamente ridotte e soprattutto permette di ridurre i tempi di attesa che i malati non dovranno più sopportare.
Se è vero infatti che la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha ricordato «che in Italia l’uso terapeutico di cannabinoidi è pienamente legittimo”, parlando della mancata impugnazione da parte del Cdm della legge abruzzese, sono numerosi problemi che in malati incontrano. Uno dei principali è la complicata procedura burocratica per ottenere i farmaci a base di THC. Si parte dal medico che deve fare la ricetta, per poi passare all’ASL regionale che deve deciderne l’acquisto e infine si arriva al ministero della Sanità, che importa i farmaci in Italia. L’acquisto, poi, potrebbe essere bloccato in una qualsiasi delle sue fasi, se venisse giudicato che gli altri farmaci non a base di cannabis sono altrettanto efficaci. Il costo del farmaco è a carico del paziente, a meno che non sia specificato diversamente appunto da una norma di carattere regionale.
Stiamo parlando di uno strumento terapeutico importantissimo per la cura palliativa del dolore o per altre applicazioni terapeutiche in molte forme di disabilità fisica e mentale o come lenitivo degli effetti collaterali delle chemio e radio-terapie. Ma ci sono anche patologie e disturbi come il glaucoma, l’epilessia, lo stress post-traumatico, l’emicrania, il morbo di Crohn, l’anoressia, la sindrome bipolare, l’artrite, l’ Alzheimer, e il Parkinson e molte altre possibili applicazioni. Pensiamo davvero che anche questa legge rappresenti un passo avanti e un’altra tappa del cambiamento che questa Giunta e questa maggioranza stanno apportando al Lazio.”