ROMA – “Anche Zingaretti dica no alla realizzazione di 12 nuovi inceneritori di rifiuti sul territorio nazionale.” Questo l’appello dell’associazione ambientalista Fare Verde che ha inviato una lettera al presidente Nicola Zingaretti, agli assessori regionali Michele Civita (con delega ai Rifiuti) e Fabio Refrigeri (Ambiente), e a tutti i gruppi consiliari rappresentati nel consiglio regionale del Lazio.
Fare Verde chiede che domani, 9 settembre 2015, la Regione Lazio esprima parere contrario allo schema di Decreto che il ministro dell’ambiente Galletti sottoporrà all’approvazione delle Regioni e delle Province autonome, nel quale è contenuta la previsione di costruire una dozzina di nuovi inceneritori in tutta Italia. Inoltre, sempre domani mattina, dalle 10 alle 14, i volontari di Fare Verde manifesteranno con altre associazioni ambientaliste davanti a Montecitorio.
“Anche se il decreto non prevede nuovi inceneritori nel Lazio – dichiara il presidente regionale di Fare Verde Silvano Olmi – chiediamo ugualmente al presidente Zingaretti di esprimere un parere negativo in occasione dell’importante appuntamento con il Governo centrale. Questa presa di posizione sarebbe propedeutica alla dismissione degli inceneritori esistenti nella nostra Regione”.
L’appello di Fare Verde contiene una serie di osservazioni tecniche che smascherano, dati alla mano, il tentativo di sovrastimare la necessità di costruire nuovi inceneritori. “Abbiamo calcolato 960 posti di lavoro generati in tutta Italia dai 12 nuovi inceneritori che il duo Renzi-Galletti vorrebbero costruire – aggiunge Silvano Olmi – al contrario una recente ricerca ha dimostrato che raddoppiando il riciclo e dimezzando l’incenerimento, i nuovi posti di lavoro passerebbero da 960 a più di 10.000”.
Anche sul fronte dei costi, Fare Verde avanza critiche sostanziali: “Con i 450 milioni necessari per costruire un inceneritore da 400.000 tonnellate annue – conclude Olmi – possiamo realizzare 100 innovative “fabbriche dei materiali” che estraggono materie riciclabili da 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati residui senza produrre fumi e ceneri da trattare come rifiuti speciali”.
L’alternativa per Fare Verde è l’economia “circolare” approvata a larga maggioranza dal parlamento Europeo lo scorso mese di luglio: estrarre risorse dai nostri scarti per ridurre la dipendenza da materie prime importate a caro prezzo dall’estero e rendere più competitive le imprese europee.