ROMA– A pochi minuti dal fischio d’inizio della finale di Champions League a Lisbona, un gruppo di attivisti di Greenpeace Gran Bretagna è stato bloccato sul tetto dello stadio, prima di poter esporre uno striscione di protesta contro Gazprom, colosso russo del petrolio e sponsor della competizione UEFA.
Dieci attivisti erano penetrati tre giorni fa nello stadio, vivendo in un condotto di cemento, per poter realizzare questa impresa. Il loro piano era di esporre uno striscione di 50 metri quadri con il messaggio “Stop Gazprom – #SaveTheArctic”.
Il colosso di stato Gazprom è sponsor ufficiale della competizione, con un accordo del valore di 160 milioni di euro per tre anni. La compagnia è in prima fila nella corsa al petrolio artico che rischia
di danneggiare una regione incontaminata e contribuire ai cambiamenti climatici.
«Abbiamo provato a esporre uno striscione perché sapevamo che i capi di Gazprom erano in tribuna. Gazprom ha pagato milioni di dollari per avere il proprio logo in uno dei maggiori eventi sportivi al mondo. Vogliono convincerci che sono una compagnia normale, ma non lo sono. Il loro programma di trivellazione in Artico minaccia una regione incontaminata e il clima mondiale. Ecco il motivo della nostra protesta, la UEFA dovrebbe cancellare il contratto con Gazprom» afferma Andrea Pinchera, direttore comunicazione di Greenpeace Italia.