TARQUINIA – Se n’è andato, il 3 marzo, Spartaco Compagnucci, l’ultimo poeta dialettale cornetano. Il “poeta veritiero”, così lo chiamavano, aveva 90 anni. Tutti conoscevano quei suoi occhi vispi e intelligenti e i suoi baffoni bianchi che facevano di lui “il nonno di tutti”. Il suo segreto era la spontaneità e l’innata capacità di comunicare con la gente. “Sono nato cornetano e morirò tarquiniese”, diceva. Spartaco Compagnucci è nato infatti il 6 settembre 1921, settimo di otto figli, quando Tarquinia si chiamava ancora Corneto e i panni si lavavano ancora a Fontana Nova, si prendeva l’acqua alla “fontana di piazza” e il mestiere del buttero era il più comune, oltre che meno retribuito. È stato autore di numerosi versi dedicati al suo paese natale, “ricco di cultura e tradizioni” e protagonista di diversi eventi: tra gli ultimi la mostra, nel 2007, organizzata dall’associazione culturale La Lestra su “La Maremma – Una tradizione poetica da indossare”. “Spartaco Compagnucci è stato e sarà sempre un pezzo di storia tarquiniese. – dichiara il sindaco Mauro Mazzola – Lui, come altri concittadini, ha ritratto e ritrae quella parte del nostro passato che non va dimenticata. Ci piacerebbe dedicare una data a questi grandi personaggi per renderli parte integrante del bagaglio culturale di tutti noi”.
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