ANGUILLARA – Eccezionale riscoperta storica fatta da Domenico Bianchini di cui si parlerà alla conferenza di Massimo Perugini in programma il 15 novembre 2014 al Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” di Anguillara
I mostaccioli che mangiava il poverello di Assisi, San Francesco, nel Duecento erano preparati da sorella Jacopa, Giacomonina dei Settesoli, appartenente alla famiglia degli Anguillara e moglie di Graziano Frangipane. Questa eccezionale riscoperta storica, che lega Anguillara al Santo, fatta da Domenico Bianchini, già copresidente dell’Associazione Culturale Sabate, segna con un approfondimento storico legato alle vicende del patrono d’Italia l’evento in programma per sabato 15 novembre alle 16.30 ad Anguillara al Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” sul tema “I mostaccioli –prodotti da forno e memoria” a cura di Massimo Perugini, raffinato esperto di tradizioni locali.
“Riguardo l’origine dei mostaccioli si racconta – scrive Bianchini in una nota – che alla signora Giacomina dei Settesoli – che il santo prediligeva chiamare Frate Jacopa, per il puro sentimento di fraterno affetto che nutriva verso di lei – Francesco raccomandò in un suo ultimo scritto, poco prima di morire, nell’ottobre 1226, il disbrigo di alcune cure, comprese soprattutto quella di portargli alcuni dolci e i graditi “mostaccioli” che ad Assisi non si preparavano e che ancora a tutt’oggi sono tra i dolci tradizionali più caratteristici del nostro Paese”.
“Frate Jacopa – scrive ancora Bianchini – premurosa seguace di San Francesco, abitava a Roma nella torre che si trova tutt’ora a sud del Circo Massimo, verso Porta Capena, infatti la suddetta Torre, i pochi e veri romani, la chiamano “La Torre Jacopa. Il santo ricevette in questo luogo la sua ospitalità quando San Francesco venne a Roma nel 1210 per la prima approvazione del suo movimento da parte di Papa Lotario dei Conti di Segni Innocenzo III”.
Una riscoperta quella fatta da Bianchini che valorizza ancor di più l’argomento del quale parlerà Perugini, appassionato esperto che conserva gelosamente alcuni originali stampi in legno per i mostaccioli, tra i quali quello più antico risale al 1793 ed apparteneva alla famiglia Ansuini di Bracciano. I mostaccioli, un preparato di farina e mosto cotto – possono essere considerati una particolare “anagrafe da forno”.
Ogni famiglia infatti grazie a questo stampo poteva contare a biscotti personalizzati, cotti nel forno del paese. Generalmente di forma romboidale lo stampo oltre a soggetti ispirati alla Cristianità riportava anche pesci, uccelli, croci e scritte augurali. Tutto il contrario dell’omologazione di oggi con merendine senza genuinità, né storia.
L’incontro a libera partecipazione è inserito nell’ambito delle attività culturali 2014 dell’Associazione Culturale Sabate e consentirà di scoprire questo originale prodotto locale, tra storia, tradizione e devozione. Al termine, grazie alla sapiente preparazione della pasticceria Dolci in Comune ci sarà anche l’occasione di degustare i mostaccioli accompagnati da buon vino novello.