ANGUILLARA – “Un quartiere al quale è stato negato, ormai da mesi, un diritto essenziale: usufruire di un bene primario come l’acqua. Una situazione come questa”. Queste le parole dell’associazione “Diritti Cittadinanza del Lago”, che mette in luce “l’inadeguatezza di chi è stato chiamato ad amministrare la nostra città, come d’altronde lo sono stati chi li ha preceduti”. Un intero quartiere “che dal 24 dicembre continua a non poter utilizzare l’acqua per uso alimentare, la preparazione degli alimenti, igiene orale, lavaggio stoviglie o utensili da cucina, lavaggio apparecchiature sanitarie, lavaggio oggetti per l’infanzia e non sono state predisposte delle soluzioni alternative, come autobotti o casette dell’acqua, da cui far rifornire la popolazione di Ponton dell’Elce”.
“Siamo coscienti – aggiungono i responsabili dell’associazione – del fatto che la problematica inerente la potabilità dell’acqua nella nostro quartiere non sia di facile risoluzione e che essa richieda consistenti somme di denaro. Sappiamo che non si potrà risolvere tutto nella seduta del consiglio comunale del 17 luglio, ma almeno la denuncia presentata da ben 60 persone, dopo i gravissimi fatti accaduti il 27 maggio è servita a scuotere la politica su questo annoso problema.”
“Ma paradosso dei paradossi – denuncia ancora l’associazione – visto l’ordinanza che dichiara ancora l’assoluto divieto dell’utilizzo per consumo alimentare ed umano dell’acqua domestica continuano ad arrivare ai cittadini le bollette dell’acqua, anche se la sindaca in un incontro pubblico aveva fatto sperare ad una soluzione compensativa.”
Tramite un lettera protocollata al Comune si richiede di rispondere in merito ai numerosi disservizi verificatesi alla fornitura idrica, in particolare nei giorni 27 e 28 maggio, “quando l’interruzione del servizio si è protratta per circa 18 ore (dalle 21:00 del 27 maggio alle ore 15:00 del giorno successivo), e i giorni 13 e 14 luglio, quando l’interruzione del servizio è durata dalla sera del 13 luglio, fino verso le 13:00 del giorno successivo. Inoltre si faccia luce sul il numero telefonico delle emergenze, corrispondente all’utenza della Polizia Locale, che è attivo fino alle ore 20:00, e non è possibile dopo tale orario attivare la procedura di intervento, sebbene l’assistenza all’impianto dovrebbe essere garantita per tutte le 24 ore della giornata”.
“Resta inoltre da capire – vanno avanti – a che punto siano i lavori di ampliamento della cisterna di accumulo, per i quali sono stati stanziati, già dalla precedente Amministrazione, 160 mila euro, considerato che la tabella sul cantiere riporta il fine lavori a marzo 2019, ma ad oggi non si ha notizia circa la conclusione degli stessi. Di chi sono le responsabilità? Chi dovrà pagare per questo disservizio? Chiediamo come sia possibile che durante il disservizio del 27 maggio alcuni cittadini siano entrati nel campo pozzi, nel vano tentativo di risolvere il problema. Chi sono le persone autorizzate ad entrare in un luogo così delicato, dal punto di vista della salute pubblica?”.
Diritti Cittadinanza del Lago sollecita infine l’Amministrazione, a seguito delle recenti sentenze, del tribunale di Civitavecchia (del 21/6/19, giudice Dott. Massimo Marasca), e del Tribunale di Viterbo (giudice dott. Federico Bonato), “che hanno costretto gli Enti a riconoscere nei confronti dei cittadini un equo indennizzo per il servizio non adeguato, causa la presenza di arsenico. Quando il comune di Anguillara risarcirà i cittadini di Ponton
dell’Elce?”