BRACCIANO – Dal Prof. Loreto Rossi, dell’Università “La Sapienza” di Roma, riceviamo e pubblichiamo:
“Il lago di Bracciano, sito pochi Km a nord di Roma, costituisce un capitale naturale di grande valore per l’Homo sapiens e per moltissime altre specie sulle quali Homo sapiens non ha diritto di possesso ma esclusivo dovere di protezione. La variazione di livello imposta dalla “urgente necessità”, cioè dalla necessità di acqua potabile per la città di Roma e le aree adiacenti, resa urgente per l’incuria di chi doveva provvedere a reperire nuove fonti d’acqua, rinforzare le vecchie fonti e eliminare le perdite nella distribuzione, ha portato gravi danni alla biodiversità lacustre. Un esempio è il rischio di estinzione di un’alga endemica – cioè un’alga presente solo nel nostro lago. A rischio sono anche i servizi ecosistemici forniti dal lago, inclusa l’acqua potabile di cui necessita la Capitale. Non deve essere dimenticato infatti il rischio di perdita della capacità autodepurativa lacustre che interessa le acque meno profonde dove il moto ondoso e laboriosi batteri svolgono il ruolo di denitrificazione, cioè di trasformazione e abbattimento di inquinanti azotati, quali sali ammoniacali e nitrati derivanti dai reflui zootecnici, agricoli, domestici e delle attività turistiche. E’ stata calcolata una perdita del 13% di questa capacità come proporzione di fondale rimasto scoperto dall’acqua a seguito dell’abbassamento di livello del lago. Questo significa che attualmente se un pesce muore o il turismo “preme” sulle coste, il lago impiegherà il 13% di tempo in più per trasformare i composti azotati che ne derivano favorendo fenomeni di eutrofizzazione esplosivi, perdita delle zone di riproduzione della fauna ittica e riduzione della qualità dell’acqua per la balneazione e per il rifornimento idrico. Quindi, oggi, a causa della riduzione del volume d’acqua, l’ecosistema funziona “a scartamento ridotto”. Tuttavia anche l’emissario naturale del lago è in sofferenza dato che il primo tratto del fiume Arrone è in secca per alcuni chilometri proprio perché il lago è molto sotto al livello di sfioro.
Bene, vogliamo favorire la richiesta d’acqua potabile, la biodiversità e la funzionalità sia del lago di Bracciano che del fiume Arrone? Con le tecnologie attualmente disponibili abbiamo principalmente due vie alternative da seguire: (1) smettere di prelevare acqua dal lago e (2) reimmettere nel lago quelle acque che, prima dell’attivazione del sistema di diversione (l’anello circumlacuale di raccolta acque reflue), raggiungevano il lago stesso. Questo secondo punto, che prevede investimenti nel GREEN, va ovviamente coniugato con una efficiente depurazione delle acque prima di riversarle nel lago e quindi nel fiume Arrone, fino al mare. E’ importante seguire quest’ultima azione, anche perché le acque del fiume sono in parte riutilizzate per l’irrigazione agricola e va ricordato che i depuratori non eliminano i metalli pesanti o gli inquinanti emergenti, quali ad esempio i principi attivi dei medicinali che potrebbero essere integrati nei tessuti dei prodotti agricoli e, attraverso la catena alimentare, nei nostri tessuti. Va evidenziato che il punto 2 di questa proposta per il recupero del lago e del suo effluente Arrone è già stata suggerita nell’Atto di Costituzione del “Comitato per la Difesa del Bacino lacuale Bracciano-Martignano” e risale al 2017. Questa proposta di recupero è centrale negli ideali del Comitato. In quell’atto veniva proposto un intelligente sistema di recupero dell’ecosistema lacustre, incluso il suo emissario, cioè quello di reimmettere nel lago le acque depurate raccolte dal sistema di diversione opportunamente depurate e stoccate in lagunaggio. Con questo sistema il lago riacquisterebbe le acque che naturalmente riceveva e sversava nel fiume Arrone, quando in eccesso, mantenendo un livello del lago allo sfioro naturale che per 400 anni aveva stabilizzato sia l’ecosistema lacustre sia il fiume Arrone. Ciò consentirebbe un prelievo sostenibile di acqua per uso potabile, il ripristino della diversità biologica, delle attività di pesca e turistiche sostenibili, utili alla sopravvivenza dell’ecosistema stesso e delle popolazioni da esso sussidiate incluso l’uomo. Per saperne di più fate riferimento all’Atto di Costituzione del Comitato per la Difesa del Bacino lacuale Bracciano-Martignano. Oggi i ricercatori Sapienza hanno puntualizzato metodi molto efficaci di controllo e monitoraggio dello stato dei laghi e dei fiumi accettati da tutto il mondo scientifico e che è auspicabile applicare per un continuo controllo scientifico avanzato dello stato ecosistemico e del funzionamento dei depuratori (Ecosphere 2015, 6(7); Ecological indicator 79 2017, 19-27; Water and Society IV 229, 2017; Freshwater Biology 2018, 1-13; ).
Come ultima nota vorrei sottolineare che attualmente le chiuse destinate a riversare l’acqua al fiume Arrone si trovano ben al di sopra del livello lacustre e chi propone il loro abbattimento forse non ha chiara questa situazione perchè l’acqua andrà all’emissario solamente quando il lago tornerà al suo livello di sfioro proprio dove sono attualmente situate le chiuse. Altre iniziative sarebbero di brevissima durata perché la natura sa come opporsi agli abusi…ma non voglio suggerirle”.
Prof. Loreto Rossi – Università “La Sapienza” di Roma