CIVITAVECCHIA – “Artigiani e piccole imprese sono fortemente preoccupate per l’imminente scadenza dell’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali”. Il presidente e il segretario della Cna di Viterbo e Civitavecchia, rispettivamente Alessio Gismondi e Attilio Lupidi, hanno scritto ai parlamentari del territorio in vista dell’adempimento cui attenersi entro il prossimo 31 dicembre.
L’iniziativa rientra nell’ultima legge di bilancio e se le imprese non si adegueranno, per le imprese sono previste “significative ripercussioni – scrivono Gismondi e Lupidi agli onorevoli Mauro Rotelli, Francesco Battistoni e Alessandro Battilocchio – sia con riferimento all’assegnazione di contributi in occasione di eventi calamitosi che, più in generale, nell’accesso a finanziamenti o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche. Il verificarsi di eventi climatici estremi, con ricorrenza che oramai esula dalla straordinarietà del fenomeno, impone una riflessione ponderata sulle modalità con cui far fronte agli ingenti danni che lo Stato non riesce a sostenere in via esclusiva”.
Ma allo stesso, secondo la Cna, “qualsiasi strumento che attivi sinergie pubblico-private deve essere accompagnato dall’adozione di ogni misura necessaria a prevenire e contenere gli effetti dannosi, a partire dagli investimenti infrastrutturali e dalla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio. La nostra Confederazione, già in occasione dell’esame che ha portato all’approvazione della legge n. 213 del 2023, aveva evidenziato notevoli perplessità sulla scelta dell’obbligo assicurativo in capo alle imprese, unico caso in Europa, nonché sul percorso che avrebbe dovuto portare all’attuazione della norma, inadeguato a soddisfare i requisiti essenziali di chiarezza, trasparenza e certezza rispetto all’estrema complessità della materia”.
La Cna aveva consigliato un sistema premiale sostenuto da una campagna di sensibilizzazione e di formazione rivolta alle imprese, da realizzare anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria. Al momento invece mancano ancora il decreto attuativo e un confronto tra governo, assicurazioni e delle organizzazioni datoriali. Non risultano dunque ancora chiari troppi aspetti: costi, casistiche, tipologia di copertura.
“Non ci sono le condizioni minime di trasparenza affinché, entro il 31 dicembre, le imprese possano orientarsi consapevolmente nella scelta della polizza più appropriata alle proprie necessità”. E alla luce di queste ragioni la richiesta ai parlamentari è che si adoperino affinché “la decorrenza della misura – concludono Gismondi e Lupidi – venga rinviata di almeno 12 mesi”