LADISPOLI – Dopo quasi due mesi dall’avvio in alcune zone della città della RDpap il Comitato Rifiuti Zero Ladispoli esamina luci ed ombre di questo inizio e chiede un incontro pubblico affinchè vengano superate alcune criticità segnalateci dai cittadini e dagli utenti. Vediamone insieme i lati positivi e negativi emersi finora:
1) L’inizio. inalmente dopo anni si comincia, è questo è già una buona notizia visto che a Cerveteri si è dovuti fare un passo indietro. le zone interessate dall’estensione della rdpap sono disomogenee e presentano diverse criticità: San Nicola con le villette che si popolano solo in estate, case sparse con il problema dell’umido che non viene ritirato mai, palo laziale con i condomini più grandi di Ladispoli e gli stabilimenti balneari che lavorano per un breve periodo dell’anno, indubbiamente un quadro complesso che ha ricevuto il colpo di grazia dall’iniziare la raccolta proprio nel periodo estivo: coloro che hanno affittato, specialmente tramite agenzie, le case prima di luglio non hanno potuto ritirare il kit e gli inquilini si sono dovuti “arrangiare”.
2) La comunicazione. Nessun dubbio sulla qualità della società aggiudicatrice l’appalto ma qualcosa sicuramente non ha funzionato. Non siamo noi a dirlo ma è la stessa Amministrazione comunale che, nella delibera con la quale ha affidato a Centromareradio la trasmissione di spot pubblicitari, afferma testualmente “ vista la scarsa affluenza agli incontri effettuati sino ad oggi, al fine di edurre tutte le categorie coinvolte circa le disposizioni da apprendere al fine di effettuare correttamente la raccolta differenziata porta a porta….” La comunicazione occupa un ruolo essenziale nella riuscita della RD, non la si può trascurare, emblematico è il caso del compostaggio “obbligatorio” nelle case sparse: nessuna informazione su cos’è e come si fa, il rischio concreto è produrre rifiuti da rifiuti o peggio ancora cibo per animali randagi. Il CRZL è sempre disponibile nel dare collaborazione e suggerimenti anche in questo campo.
3) Gestione isola ecologica e ritiro ingombranti. Molti cittadini ci hanno segnalato delle incomprensioni avute con gli addetti all’isola ecologica: eccessiva burocratizzazione nella consegna anche di materiale riciclabile, difficoltà di accettare alcuni prodotti inquinanti (ad es vernici e smalti). Il ritiro a pagamento dei rifiuti ingombranti viene fatto da pochissimi comuni e incentiva l’abbandono degli stessi in discariche abusive, chiediamo all’Amministrazione di rivedere tale scelta. Particolare inoltre è la situazione del Cimitero: in zona raccolta differenziata ma senza alcuna possibilità di effettuarla.
4) Incentivi alla raccolta differenziata e controlli. anche le attività produttive che conferiscono prodotti riciclabili (vetro, alluminio ecc..) devono essere premiate rispetto a quelle che producono solo indifferenziata, i cittadini che effettuano il compostaggio domestico devono ricevere uno sconto tariffario, così come quelli di case sparse per i quali tale sconto deve essere chiaro e non subordinato, visto che il ritiro non viene proprio effettuato. Purtroppo dobbiamo prendere atto che esiste una percentuale, fortunatamente minima, di gente in mala fede che abbandona i rifiuti o che ancora non ha ritirato i kit. Riteniamo che l’amministrazione debba istituire al più presto dei corsi per guardie volontarie eco-zoofile da affiancare alle forze dell’ordine nell’attività di controllo e repressione di tali attività illecite.
Tante sono le questioni aperte riguardanti le modalità migliori di espletare la raccolta differenziata, è sulle criticità che bisogna lavorare, ascoltare i cittadini e insieme trovare le soluzioni più idonee. Ora sono opportune assemblee di confronto e di ascolto, momenti importanti ed utili all’Amministrazione per tarare e adattare l’organizzazione e renderla più efficiente … spiegare ed ascoltare i cittadini palazzo per palazzo, strada per strada, favorendo il gioco di squadra per promuovere un apprendimento di massa e collettivo come è necessario fare ad esempio nella zona “case sparse” dove non si ritira l’umido. In quel caso diventa assolutamente utile e indispensabile spiegare come si fa il compostaggio domestico. Per questo motivo il CRZL chiede che l’amministrazione comunale promuova, entro il mese di settembre e comunque prima dell’inizio del secondo step della RD, un incontro pubblico tra i principali attori coinvolti per fare il punto della situazione.
Il compito dell’amministrazione non può esaurirsi con l’assegnazione del servizio alla società Massimi, né tantomeno con la minaccia di sanzioni, seppur giuste, ma affinchè il progetto abbia successo si deve impegnare nel promuovere il coinvolgimento attivo della cittadinanza in modo aperto e dinamico mettendoci, come si dice in gergo, “la faccia” per introdurre questo “cambiamento” degli stili di vita delle singole persone e delle famiglie.
Diventa a tal fine importante lavorare sulla prevenzione, cioè sulla riduzione dei rifiuti, bene l’introduzione delle casette dell’acqua per la riduzione della plastica e la presenza dei raccoglitori degli olii esausti per impedire l’inquinamento delle falde acquifere, ma ci chiediamo come mai il comune di Ladispoli abbia rinunciato al progetto riducimballi finanziato con 50.000 euro dalla regione Lazio, che avrebbe permesso di realizzare, ad esempio, un’azione importante sostituendo i pannolini classici dei bambini con pannolini lavabili e riutilizzabili. Aspettiamo fiduciosi questo cambiamento di rotta.
Marina Cozzi – Presidente Comitato Rifiuti Zero Ladispoli