VITERBO – Mercoledì 2 luglio, nella sede di Accademia Kronos di Ronciglione, si sono riuniti cittadini di diversi paesi del viterbese, nonché attivisti del partito 5 stelle di Viterbo, per analizzare il problema dell’Arsenico e di altri metalli pesanti presenti nelle acque potabili della provincia. Come relatori erano presenti il prof. Ezio Gagliardi, direttore del laboratorio di analisi sulle acque e sui cibi “Aliman 2000” di Roma, il medico-sindaco di Corchiano, Battisti Bengasi, il presidente dei castanicoltori del viterbese, Angelo Beni, il presidente del comitato acqua potabile, Raimondo Chiricozzi, e il presidente di Accademia Kronos Ennio La Malfa. Il prof. Gagliardi, che ha aperto i lavori, ha spiegato in termini molto chiari l’incidenza di certe patologie con la presenza di arsenico nell’organismo umano. A parte i tumori, l’Arsenico (As), secondo lo scienziato, facilità l’insorgenza del diabete e dell’ipertensione arteriosa. Oltre all’As il professore ha segnalato la presenza di un altro elemento pericoloso per la salute umana: l’Uranio 238, particolarmente presente in alcune zone tra il lago di Vico e Ronciglione. L’intervento di Bengasi si è incentrato sulla necessità di prendere coscienza seriamente della situazione da parte della popolazione del viterbese al fine di far sentire la propria voce a livello istituzionale. Ha anche spiegato che l’università della Tuscia ha già fatto uno studio sul territorio viterbese per individuare sorgenti e falde freatiche prive o con contenuti molto limitati di As. Per il medico-sindaco di Corchiano utilizzare fonti dove l’acqua è con poca percentuale o priva di As è l’unica strada seria da intraprendere perché i dearsinificatori attuali, oltre a costare molto nella realizzazione e nella manutenzione, non danno tutte le necessarie garanzie di efficienza. I rappresentanti del movimento 5 Stelle, dopo aver chiesto che fine hanno fatto i 22 milioni di euro stanziati dalla regione Lazio per risolvere il problema, hanno dichiarato di essere pronti ad intraprendere a livello provinciale una campagna informazione presso le popolazioni e di spingere i propri consiglieri regionali ad operare per proteggere definitivamente la salute dei cittadini di tutto il Lazio dall’incubo As.
Angelo Beni si è dimostrato favorevole all’idea di cercare strade alternative ai dearsinificatori, proponendo di attingere l’acqua dalle sorgenti e dai corsi d’acqua della provincia di Rieti e di portarla nella Tuscia attraverso un grande acquedotto. A tal proposito Ennio La Malfa ha illustrato il progetto europeo che va nel senso degli acquedotti, di cui alcune nazioni l’hanno già adottato, ossia la “Smart Water” che prevede in futuro una rete capillare di condotte d’acqua che dovranno interessare tutta la penisola, un pò come le reti elettriche. Quindi per Accademia Kronos pensare non più a mungere l’acqua dai pozzi, pieni di As, Uranio 238, di altri metalli pesanti e in alcuni periodi dell’anno di microcistine, è l’unica via seria da intraprendere.
Alla fine della serata l’invito, che i relatori hanno condiviso e prospettato ai presenti, è stato quello di costituire un vero e proprio comitato di cittadini e di esperti per “prendere in mano la situazione”, visto che in tanti anni i politici regionali non sono riusciti a risolvere il problema. La proposta è stata accettata dai presenti e così si sono poste le basi per il comitato provinciale “Acqua Sana da Bere”.