CIVITAVECCHIA – Il Forum Ambientalista presenta ricorso al Tar contro il parere favorevole di compatibilità ambientale rilasciato dalla Regione Lazio in relazione al nuovo lotto di discarica, denominato “Vaira 1”, nel Comune di Bracciano in località Cupinoro.
“In maniera tristemente simile a molte discariche del Lazio – affermano la responsabile del circolo di Civitavecchia, Simona Ricotti, ed il Presidente Ciro Pisacane – Cupinoro propone rilevanti problemi in relazione all’insostenibile pressione ambientale derivante da decenni di smaltimento di rifiuti non trattati. La situazione di Cupinoro assume una particolare gravità perché, negli ultimi anni, il conferimento dei rifiuti è proseguito in forza di autorizzazioni che hanno semplicemente ignorato un articolato sistema di vincoli e di divieti di natura ambientale e paesaggistica che impedisce, in quell’area, la realizzazione o l’ampliamento di discariche e di impianti di trattamento dei rifiuti. Con il provvedimento favorevole di compatibilità ambientale rilasciato per il nuovo lotto ‘Vaira 1’, la Regione ha, ancora una volta, evitato di prendere atto di tali divieti, producendo un atto di illegittimità macroscopica. Per questo abbiamo ritenuto necessario e, in considerazione delle finalità della nostra Associazione,doveroso impugnare la valutazione di impatto ambientale relativa alla discarica ‘Vaira 1’ determinati a perseguire l’obiettivo di scrivere la parola fine sull’attività di smaltimento dei rifiuti nell’area di Cupinoro”.
“Non si tratta – proseguono – di un problema circoscrivibile alle dimensioni della nuova discarica, alla provenienza dei rifiuti da smaltire o alla loro natura, peraltro, allo stato attuale, solo presunta, di rifiuti ‘trattati’. Molto più semplicemente, il sito di Cupinoro, inserito in una Zona a Protezione Speciale, area di interesse archeologico e paesaggistico, non può e, in considerazione di un quadro normativo e di pianificazione di evidenza monumentale, non deve essere più utilizzato per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, indipendentemente dalla loro provenienza, quantità e qualità. Sulla base di tali motivazioni riteniamo che anche gli altri impianti previsti in tale sito, quali il digestore anaerobico e il TMB con la produzione di CDR e FOS, non debbano essere realizzati e che le ricadute ambientali delle vecchie discariche, esaurite e in esaurimento, vadano monitorate con attenzione nei prossimi decenni”.
“La Regione Lazio – concludono Ricotti e Pisacane – non può trovare ulteriori alibi né nascondersi dietro mere dichiarazioni d’intenti: la logica della discarica va superata e l’intero Lazio riconvertito alla raccolta differenziata spinta, attuando reali politiche di prevenzione e favorendo, nel primario interesse alla tutela della salute e dell’ambiente, la realizzazione di un sistema di impianti finalizzato al recupero di materia e al riciclo; non farlo significa assumersi la responsabilità di continuare a deturpare il territorio e avvelenare i cittadini che lo abitano”.