CIVITAVECCHIA – L’anno scolastico si apre all’insegna della forte mobilitazione anche a Civitavecchia. Copiosa infatti stamattina la partecipazione al presidio di protesta svoltosi di fronte all’Isis Calamatta dal titolo “Contro l’omicidio di Stato della scuola pubblica e dei precari”, indetto dai docenti precari cittadini. Una cinquantina i manifestanti tra cui circa 20 perdenti posto di Civitavecchia, tra insegnanti e personale Ata, che quest’anno in virtù dei tagli del Ministro Gelmini non hanno visto rinnovato il loro incarico. Bare, finte lapidi e crisantemi hanno vivacizzato la manifestazione in cui si è voluto simbolicamente celebrare il funerale dei docenti licenzianti e della scuola tagliata. “Ormai non è più soltanto la battaglia dei docenti in precari in difesa del posto del lavoro – ha affermato Marco Galice, tra i promotori della manifestazione – sebbene 150.000 posti di lavoro tagliati in tre anni rappresentino il licenziamento di massa più grande attuato dallo Stato repubblicano e un dramma occupazionale per migliaia di famiglie, ma deve essere la battaglia anche di genitori, studenti e famiglie per la difesa del diritto all’istruzione. Nonostante i proclami del Ministro Gelmini siamo di fronte ad una scientifica opera di smantellamento dell’istruzione pubblica in cui a farne le spese saranno in primo luogo proprio i ragazzi, con offerte didattiche più povere, meno sostegno per i disabili, riduzione delle materie e dei laboratori, chiusura pomeridiana degli istituti e, come molte famiglie hanno già potuto toccare con mano, autofinanziamenti anche per comprare la carta igienica. La mobilitazione deve andare avanti ed investire tutti ad ogni livello, comprese le istituzioni locali che devono cominciare a preoccuparsi dei disagi sociali nelle fasce deboli della popolazione scolastica determinati da questi enormi tagli all’istruzione”.
Numerose le forze politiche e sindacali che hanno aderito e partecipato al presidio Cigl, Cisl, Uil, RdB, Cobas, Unicobas, Partito Democratico, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Partito Marxista-Leninista Italiano, Giovanile Democratica e l’associazione 25 Aprile. “Questa è una battaglia che dovrebbe essere portata avanti da tutti, perché è su tutta la società che si ripercuoteranno i danni di questa riforma” l’appello di un altro professore precario, cui ha fatto eco una collega: “Un paese che taglia i fondi all’istruzione è un paese senza futuro”. “Vorremmo che la tv ci desse più spazio – le parole di un’altra precaria, Tatiana Ruocco – ma continueremo la nostra battaglia nonostante tutto”.
Presente anche l’Assessore provinciale Rita Stella che, nel portare la sua solidarietà ai precari, ha reso noto un dato inquietante. “Solo qui all’Isis Calamatta quest’anno si sono perse undici cattedre”.
Presenti anche alcuni studenti. “Abbiamo aderito alla manifestazione – ha spiegato un membro dell’associazione 25 Aprile – perché da studenti delle scuole superiori e universitari ci rendiamo conto che i tagli che questo Governo sta effettuando non sono mirati che a distruggere la scuola pubblica”.