CIVITAVECCHIA – Il fatto che la postura e i problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico possano influire sul nostro stato d’animo quotidianamente è chiaro a tutti. Ma fino a che punto i dolori e le difficoltà organiche si ripercuotono sulla nostra psiche? Secondo il dottor Giuseppe Mastrodicasa, che riprende le teorie di Reich e del suo allievo Lowen, sono uno dei motivi principali di depressione, ansie e nevrosi. “Quando il semplice gesto di alzarsi dal letto – dice – diviene un problema, inconsciamente cominciamo a provare un senso di inadeguatezza che può generare il timore di non riuscire e di non essere all’altezza delle persone che ci circondano”.
Abbiamo voluto sperimentare, dietro invito del dottor Mastrodicasa, la sua innovativa tecnica di fisioanalisi presentata la scorsa settimana e fatta propria dalla Asl RmF su una delle nostre collaboratrici, con doppia curva scoliotica, atteggiamento lordotico e cifotico. “Ho praticato attività come la ginnastica posturale – ci racconta la nostra collaboratrice – traendone buoni risultati ma solo per il tempo in cui facevo gli esercizi; appena li interrompevo i dolori ricomparivano come se non avessi fatto nulla. Ho anche intrapreso terapie da osteopati e fisioterapisti ma il risultato è sempre stato lo stesso: beneficio immediato ma di breve durata e alla fine, vedendo che i risultati non accennavano ad arrivare, ho abbandonato questo tipo di terapie per ricorrere ogni volta che il dolore era eccessivo a cure farmacologiche con anti-infiammatori vari”.
Arrivata allo studio del dottor Mastrodicasa e posizionata davanti allo specchio, poteva da subito osservare come piccole spinte da parte del dottore in determinati punti della schiena e del torace inducevano alla perdita dell’equilibrio e come il timore della caduta la spingeva a posizioni di difesa con conseguente irrigidimento dei muscoli. “Lei ha anche il ginocchio valgo, ma con la postura corretta può notare che scompare” il commento del dottore e infatti, una volta assunta una posizione più idonea, si poteva notare come il ginocchio che prima era rivolto all’interno riacquistava immediatamente la giusta inclinazione. “La prima terapia si basa sul ridare elasticità alle caviglie – spiega ancora Mastrodicasa – Come possiamo notare, la sua caviglia non regge le pressioni provocandole quella perdita di equilibrio ad ogni minima sollecitazione. Possiamo iniziare”.
La terapia, per la quale sono necessari soltanto un tappetino e quattro cilindri di legno, consiste nel posizionare sotto la pianta del piede un cilindro di piccolo diametro e sotto la spinta del dottore eseguire dei semplici movimenti. “Dobbiamo trovare il dolore che impedisce la libera utilizzazione dell’articolazione” fa presente il professionista, e nell’arco di pochi minuti si nota come la caviglia prima di un piede, poi dell’altro, riprende la sua completa funzionalità piegandosi e accompagnando il corpo nella direzione della spinta, senza più cadere. “Si sentirà un po’ stordita perché il suo corpo non è abituato ad avere questa posizione e deve abituarsi” l’avvertimento del dottore, che poi domanda alla nostra collaboratrice: “Cosa nota di diverso da prima che le applicassi i cilindri?”. “Tranne il leggero senso di stordimento, sento di avere le spalle molto larghe, un senso di distensione che non provavo da molto e le mie gambe sono molto più sciolte nel camminare di quanto lo erano prima; se prima facendo un passo per prima arrivava la testa, ora sono loro che arrivano prima” la sua risposta.
La prima cosa che si può notare a livello estetico è l’appiattimento del ventre e la maggiore contrazione dei glutei, il cui lavoro può essere ridotto da una posizione scorretta diminuendo in questo modo anche la tonicità.
Ma questa terapia va ripetuta periodicamente? “Assolutamente no – la risposta del dottor Mastrodicasa – Gli effetti di questa terapia sono permanenti e può ridurre per il futuro spese per farmaci, lastre e qualsiasi altro tipo di terapia per non parlare delle cure per l’ansia e le depressioni che contrasta notevolmente”. Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: perché non si sottopone a questa terapia un maggior numero di persone? “Semplice – risponde Mastrodicasa – perché l’unico a svolgere questa terapia sono io e la lista di attesa è arrivata a 3 anni; ovvio che una terapia al costo del solo ticket e con effetti permanenti riscuota un grande successo per questo il mio obiettivo è quello di creare una scuola di formazione ad hoc per medici, fisioterapisti e fisiatri. Ma per questo servono finanziamenti dalla Regione che speriamo di ottenere al più presto”. Con lo stesso augurio del professore aspettiamo la seconda seduta della terapia.
(nella foto la colonna vertebrale della nostra collaboratrice dopo la seduta)