MARINO – Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nas di Roma, coadiuvati dai militari dell’Arma Territoriale delle Compagnie di Castel Gandolfo, Frascati e Velletri, hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari personali, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, di cui tre agli arresti domiciliari, a carico della titolare di una Comunità alloggio per anziani, sita nel cuore dei “Castelli Romani” a Marino, e di due operatrici socio sanitarie (O.S.S.) dipendenti ed interdittiva nei confronti di un medico di medicina generale, con la quale si è disposto il divieto temporaneo dell’esercizio della professione sanitaria, nonché a perquisizioni locali e personali. I provvedimenti restrittivi della libertà personale scaturiscono da una complessa ed articolata indagine condotta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità della Capitale, che ha consentito di far emergere varie condotte delittuose da parte della proprietaria e del personale OSS, operanti all’interno della struttura ricettiva, e per un medico di medicina generale di Ariccia, che assisteva gli anziani. Le gravi e pesanti evidenze probatorie raccolte dai militari del NAS hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere le odierne misure cautelari per i reati di sequestro di persona, di maltrattamenti e di falso ideologico e materiale commessi dagli indagati in concorso tra loro ai danni degli anziani ai quali, privati anche di qualsiasi attività ludica o ricreativa, talvolta, venivano arbitrariamente somministrati farmaci benzodiazepine e tranquillanti di vario genere.
Le indagini hanno, infatti, permesso di accertare che, con la complicità del medico, gli anziani ospiti della struttura, talvolta sottoposti a mezzi di contenzione applicati al di fuori dei casi consentiti, erano costretti nelle loro stanze, subendo continui maltrattamenti fisici, minacce ed insulti nonché reiterate vessazioni e intimidazioni.
Non solo, il medico di medicina generale operante nella struttura, su richiesta della titolare prescriveva ripetutamente, e senza accertare la sussistenza della specifica condizione patologica e assistenziale che ne giustificasse la somministrazione/applicazione, farmaci e mezzi di contenzione destinati agli ospiti inviando anche certificazioni con diagnosi e date false.
Un’altra persona, una donna di origini nigeriane, dimorante presso la struttura alloggiativa è stata tratta in arresto per i medesimi reati poiché al momento dell’ingresso degli uomini del NAS veniva rinvenuto un anziano ospite affetto da gravi patologie chiuso dentro una stanza priva di letto ed arredi costretta a dormire su una poltroncina con la luce accesa. Si rappresenta che il provvedimento è stato emesso nella fase delle indagini preliminari, nella quale, e fino a giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.