CIVITAVECCHIA – Si chiama “Studio 79” ed è uno spazio tutto nuovo, interamente dedicato alle arti e alla cultura, con concerti di artisti di fama nazionale, workshop, corsi di recitazione e molto altro ancora. Ha preso vita proprio in questi giorni alla Galleria Garibaldi, sotto la guida di Riccardo Pasquarella e Rossella Clemente, i due ideatori di quest’avventura che, oltre ad essere anche compagni nella vita, le arti e lo spettacolo le vivono da tempo: lei attrice, lui membro degli Hellosocrate, la band che nel 2016 è arrivata a meritarsi una cover ufficiale della loro “Le cose non si mettono bene”, da parte di Niccolò Fabi. Intrattenimento e apprendimento, musica e teatro, cultura: il locale che alla città mancava insomma, come ribadito dallo stesso Pasquarella mentre, seduto al mixer, ultima i preparativi per quello che di lì a poco sarà il concerto di Giorgio Canali, autentica figura cult della musica alternative italiana per la prima volta a Civitavecchia.
Perché aprire uno spazio del genere in questo momento a Civitavecchia?
“Che dire, i motivi in realtà sono tanti. ‘Studio 79’ nasce da un’idea che io e mia moglie coltivavamo da tempo e che ha in sé diversi obiettivi: in primis quello di definire un luogo che possa essere un punto di riferimento culturale per la città, ma poi, più in generale, nasce anche per senso di appartenenza e per divulgare un certo tipo di identità afferente ad una cultura ed ad un approccio artistico che sono nostri da sempre”.
Qual è quindi l’idea che sta dietro la programmazione di “Studio 79”?
“L’idea è quella di portare a Civitavecchia cose che non ci siano mai state o che comunque si siano viste ben poco finora. Per il primo concerto, ad esempio, siamo riusciti a mettere in ballo il nome Giorgio Canali, un volto storico della musica alternative italiana che in questa città non aveva mai suonato. Per il resto, abbiamo in programma eventi che spaziano dalla didattica all’intrattenimento, andando a toccare tutte le sfere del campo artistico – culturale, dagli spettacoli teatrali ai workshop, passando anche per i seminari”.
Come può reagire Civitavecchia ad un locale del genere?
“È chiaro che si parla comunque di un tipo di cultura più ‘alternativa’ e dunque la ricezione non è scontata. Io in ogni caso spero, ma soprattutto credo, che la città sia pronta per questo, anche perché facendo musica da molto tempo posso dire che ormai conosco questo posto e so chi e quanti siano gli appassionati di tutto questo. Tra l’altro, da quando ho iniziato a raccontare quest’idea devo ammettere che l’entusiasmo raccolto è stato tanto, ma al di là di tutto mi sento di dire che il rischio, il buttarsi nel vuoto, per quanto difficile resta l’aspetto più bello ed emozionante questo campo”.
Che cosa dobbiamo aspettarci quindi da qui in avanti, per il resto della stagione?
“Il calendario degli eventi verrà svelato a poco a poco e questo rientra ovviamente in un’ottica di gestione e valorizzazione di tutto il progetto. Abbiamo puntato molto sulla partenza, visto anche che la stagione indoor è agli sgoccioli, così a poco a poco scopriremo le varie carte”.
Ci sono un artista o un evento in particolare che terresti particolarmente a vedere sul palco di “Studio 79” o che in qualche modo rappresenterebbero qualcosa di speciale per questo progetto?
“Anche qui i nomi sono tanti. Se proprio dovessi dirne uno scelgo Niccolò Fabi, che ho avuto modo di conoscere ai tempi degli Hellosocrate. Persona squisita e grandissimo cantautore, che ora tra l’altro è in un momento di pausa artistica. Se decidesse di tornare a calcare un palco e lo facesse proprio qui, magari proprio in maniera informale, per noi sarebbe una soddisfazione enorme, perché vorrebbe dire che ha sposato anche lui, con noi, questa causa”.
Patrizio Ruviglioni