CIVITAVECCHIA – “Chiesa in uscita: abitare le periferie esistenziali ed ecclesiali per un nuovo umanesimo” è il tema del convegno ecclesiale della diocesi di Civitavecchia-Tarquinia che verrà celebrato giovedì 8 ottobre, alle ore 17, presso il Teatro del Salesiani della città portuale.
«L’incontro apre il nostro anno pastorale – ha spiegato il vescovo Luigi Marrucci – in una fase storica molto importante per la Chiesa. Oltre al Sinodo che si sta svolgendo in Vaticano, i prossimi mesi vedranno il Convegno ecclesiale di Firenze e il Giubileo della Misericordia. Una bella stagione, per la nascita di un nuovo umanesimo che rifondi il pensiero sull’uomo e sulla famiglia a partire dalla persona e dall’insegnamento di Gesù Cristo».
Il convegno si svolgerà in due giorni: l’8 ottobre l’incontro in plenaria con la relazione del teologo padre Paolo Benanti. Sabato 10 ottobre, alle ore 17, sono in programma i Laboratori di studio nelle due zone pastorali di Civitavecchia e di Tarquinia, ai quali prenderanno parte quattro delegati per ogni parrocchia che si raduneranno nella Cattedrale di Civitavecchia e nella chiesa di Maria S.ma Stella del Mare a Tarquinia Lido. Sono incontri finalizzati a dare concretezza pastorale alle idee e alle suggestioni che verranno offerte nella relazione principale. Da queste riflessioni, che saranno raccolte ed elaborate dal Consiglio pastorale diocesano, emergeranno le linee operative per la terza edizione delle “Indicazioni pastorali”, il documento che il vescovo Marrucci emanerà in Avvento e che quest’anno avrà per tema l’adolescenza è la giovinezza.
«Con la ripresa delle attività pastorali – ha detto monsignor Marrucci – vogliamo anche porre attenzione al cammino che, come Chiesa particolare, stiamo portando avanti fin dal mio ingresso. Il convegno sarà un altro importante contributo che scaturisce nella nostra comunità in un itinerario premuroso ed efficace con la famiglia e per la famiglia, da quasi un quinquennio al centro della progettazione e dell’agire pastorale della diocesi, una delle frontiere più complesse e vulnerabili del nostro tempo».