CIVITAVECCHIA – Bentrovati a tutti i nostri lettori con la rubrica de “Il Pensatoio” che, dopo la pausa estiva, torna ad accendere i riflettori sul panorama culturale cittadino. Protagonista di questa nuova puntata la “Compagnia teatrale l’Arco”, entusiasta gruppo di una ventina di ragazzi che da qualche anno calca le scene civitavecchiesi coi suoi spettacoli rigorosamente “self made”.
Salve ragazzi, iniziamo con la cronistoria: dove e quando nasce la compagnia teatrale “L’Arco” ?
“La compagnia teatrale dell’associazione l’Arco di Salvatore Pulvirenti nasce nel giugno 2007, quando un gruppo di giovani appena diplomati decidono di proseguire l’avventura cominciata per gioco tra i banchi di scuola. Dopo aver partecipato ai progetti scolastici di “Pinocchio” e “Robin Hood” decidono che è arrivato il momento di cimentarsi in qualcosa di nuovo che possa soddisfare questa loro voglia di Teatro che non era ormai più sostenibile con i ritmi scolastici e così un giorno decidono di riunirsi per progettare quello che poi sarebbe divenuto il progetto l’Arco; negli anni passati in tutti gli spettacoli era usanza inserire coreografie ed un corpo di ballo e si venne ad instaurare così un rapporto amichevole con l’insegnante di danza Diletta Strengacci la quale, saputo della decisione presa di “staccarsi” dal vecchio gruppo teatrale scolastico, decise di darci una mano dandoci la possibilità di andare in scena per la prima volta con il nome Acsd Opera di Diletta Strengacci”.
A chi è sorta l’idea di questo progetto? Qual è il nucleo trainante?
“Questo progetto nasce soprattutto dalla voglia di emergere di 5 giovani ragazzi: Flavio Olivieri, Luca Zonta, Jacopo Ferraccioli, Patrizio Serpente e Jonathan Ciurlanti, che subito hanno preso in mano le redini delle situazione e come prima mossa hanno cercato una associazione per poter cominciare”.
Il vostro curriculum comincia a diventare ricco, dopo oltre 3 anni di attività…
“Il nostro esordio risale al giugno 2007, quando viene portato in scena all’Orto Botanico di Santa Marinella, dopo soli tre mesi ed ottenendo un buon risultato con circa 400 spettatori, “A tutta Troia”. La storia narra le vicende dell’eroe invincibile Achille e dei principi troiani Ettore e Paride. La trama riprende a grandi linee il film colossal “Troy” e scorre tra musiche, battute, gag e balletti in tre scorrevoli atti per circa 2 ore e mezza. A dicembre 2008, invece, dopo una breve pausa dal precedente spettacolo e nel giro di 5 mesi viene portato in scena “Odiss yeah”, con circa 500 spettatori a riempire e scaldare il teatro Traiano di Civitavecchia. La storia, raccontata sempre in tre atti, narra le vicende del prode Ulisse re di Itaca partito per la guerra di Troia ma bloccato tra i mari del Mediterraneo dal Dio Poseidone, il tutto sempre in chiave ironica e divertita. Decidemmo in seguito di fare una puntata su altri generi e a Marzo 2009, sempre al teatro Traiano, di nuovo con più di 500 spettatori, ci siamo cimentati con Shakespeare, con un nostro personale “Romeo e Giulietta” in cui la trama è stata rivisitata in un’inusuale ambientazione: Chicago 1930, dove Montecchi e Capuleti vengono trasformati in famiglie mafiose e la scena è incentrata in un bistrot nel quale Romeo conosce la ballerina Giulietta. Con “Dracula: benvenuti in Transilvania”c’è stato però il primo vero salto di qualità della compagnia. Infatti venne proposto con grande successo presso il teatro comunale “Traiano” a maggio 2009, all’”arena Pincio” di Civitavecchia ad agosto 2009 e alla Cittadella della Musica sempre a Civitavecchia questa estate (con la partecipazione di più di 1500 persone in tre repliche). La storia ripropone in chiave satirica, ai limiti del demenziale, le vicende dell’immortale capolavoro di Brham Stocker. L’ultima fatica in ordine cronologico è stata “D’Artagnan: i buoni, il brutto e il cattivo”, portato in scena sempre al teatro Traiano ad aprile 2010, anche in questa occasione con una numerosa affluenza di pubblico (circa 600 persone). Insieme a “Dracula… benvenuti in tTansilvania”, risulta essere il miglior prodotto da noi realizzato proprio a dimostrare una continua crescita di tutta la compagnia teatrale”.
Il vostro modo di fare teatro è particolarissimo: unite un lavoro di rielaborazione del testo (sempre in chiave parodica) ad una cura maniacale della messa in scena.
“Sì, nonostante ci siamo cimentati anche con buoni risultati in altri generi (Romeo e Giulietta) di sicuro il comico è quello che fa emergere di più i nostri talenti e dà più libero sfogo alla nostra creatività: noi non ci limitiamo a scegliere un testo comico, lavoriamo su un qualcosa che già c’è e la investiamo e la rielaboriamo con la nostra carica di ironia, a volte corrosiva; non fare questo genere significherebbe non sfruttare a pieno un grande potenziale. D’altro canto prendere un copione comico già bell’e pronto vorrebbe dire mettere un diaframma alla grande dose di creatività di cui il gruppo è dotato. La scelta di curare nel dettaglio, anche minimo la messa in scena, non è affatto un vezzo e non si esaurisce solo nel suo aspetto estetico; riteniamo che il teatro, come esperienza sensoriale, non sia pura tecnica ma riguardi anche la sfera dell’emotività di chi assiste. Dare un taglio “cinematograficco” alla nostra messa in scena è una precisa scelta drammaturgica tesa proprio all’immedesimazione, ancor di più, all’immersione dello spettatore nell’opera”.
Progetti futuri ?
“Uno particolarmente ambizioso è in dirittura di arrivo: “Il Signore degli anelli”, per il quale abbiamo in mente una messa in scena degna del colossal e per cui ci stiamo avvalendo anche di collaborazioni esterne. Ma non anticipiamo altro e cogliamo l’occasione per invitare i lettori a teatro questo autunno a vedere l’Arco cimentarsi in questa ennesima prova”.