“Non so come curare la vecchiaia” dice il grande Clint Eastwood” di Arnaldo Gioacchini

CIVITAVECCHIA – “Il 31 maggio 1930 nasceva negli Stati Uniti, esattamente a San Francisco in California, una Persona che diverrà, senza nessuna iperbole, uno dei più grandi protagonisti della storia del cinema mondiale di sempre: Clint Eastwood. Trattasi di un formidabile Attore, Regista, Produttore e Compositore che il 31 maggio di quest’anno (a.d. 2024) ha compiuto i suoi magnifici 94 anni. Eastwood ha diretto e interpretato, il tutto magistralmente (more solito per Lui – ndr), a “soli” 91 anni, l’ennesimo suo capolavoro quel Cry Macho tratto dal bel romanzo scritto da N. Richard Nash che chi scrive, dopo averlo letto fino all’ultima riga, essendosi occupato a fondo di cinema per alcuni anni come direttore di edizioni della Euro International Films convertendo in italiano, al fine, ovviamente, di poterli far proiettare nelle sale cinematografiche di tutta la Penisola, oltre 150 film stranieri, fra cui quelli della Avco Embassy Picture Casa di Produzione e Distribuzione americana all’epoca talmente collegata alla Euro tanto da avere i propri uffici italiani nella stessa sede in viale Rossini a Roma ed avendo lavorato anche insieme al suo più caro Amico in assoluto che si chiamava Sergio (Leone) disse che da esso si poteva trarre un gran bel film fermo restando che il tutto poteva accadere solo se a dirigerlo ed interpretarlo fosse stato uno dei migliori cineasti in assoluto, e ciò, per fortuna, è avvenuto in quanto Cry Macho è stato realizzato ed interpretato ( il tutto, ovviamente, magnificamente) da un Grande, Formidabile, Attore e Regista : Un “Certo” Clint Eastwood. C’è una frase, fra quelle che Eastwood pronuncia in Cry Macho, la quale rimane scolpita nella memoria ed è “I don’t know how to cure old” che in italiano significa “Non so come curare la vecchiaia”. Clint Eastwood è sicurissimamente uno dei più grandi “divo antidivo” di tutta la storia del cinema non essendo mai stato affatto dentro al “Sistema” cinematografico che in tutto il mondo, ma in particolare negli Stati Uniti, conta veramente molto. Ciò perché Eastwood ha avuto ed ha, da sempre, la sicura “cifra” di essere un grande “vero” del cinema ma nello stesso tempo, di essere e di essere stato in assoluto, sia come magnifico attore che come splendido regista, un antidivo per eccellenza, e questo fino dai suoi (quasi) esordi di attore sul grande schermo diretto dal mio carissimo Amico Sergio il quale, come è noto, lo volle protagonista nella sua indimenticabile “trilogia filmica del dollaro”: “Per un pugno di dollari” (1964), “Per qualche dollaro in più”(1965) e “Il Buono, il Brutto, il Cattivo” (1966) – di quest’ultimo Eastwood ancor conserva il poncho che indossò nella pellicola. Ma l’esordio vero e proprio, come attore, dell’immenso Clint (una Persona straordinaria in tutto: Intelligenza, capacità, sensibilità, duttilità, modestia, etc. etc. – ndr) fu all’età di 25 anni quando fece parte del cast del film “La vendetta del mostro” diretto da Jack Arnold, il bello è che il suo nome non apparve, per quanto era poco considerato, neppure nei titoli, con l’inserimento successivo effettuato una volta raggiunta una indubbia fama internazionale con i film di Leone. Il “maestro” Leone aveva notato il giovane prestante Eastwood (1,93 cm. d’altezza) in una serie di telefilm americani, di non travolgente successo, ove il giovane Clint faceva da spalla al più noto Eric Fleming mentre, precedentemente, Eastwood aveva lavorato, come bagnino, in una piscina pubblica. La scelta di Eastwood come protagonista di “Per un pugno di dollari” fu, per Sergio praticamente “obbligata”, in quanto sia James Coburn o Charles Bronson, che erano la sua prima idea, costavano troppo (entrambi chiedevano una cifra intorno ai 25.000 dollari mentre Clint si accontentò di 15.000) ed il budget (all’ “osso assoluto”) del film non lo permetteva proprio. Ma fu proprio per questa scarsissima possibilità economica della produzione il motivo per cui avvenne il “lancio” di Eastwood con relativo immenso e subitaneo successo internazionale. Ricordo ciò che Leone scrisse, nel 1984, per l’American Film: “Clint si cala dentro un’armatura e ne abbassa la visiera con uno scatto rugginoso. Precisamente quella visiera abbassata è il suo personaggio. E anche lo scatto rugginoso, secco come un Martini dell’Harry’s Bar”. Sta di fatto che Leone, al quale, dopo l’enorme ed inaspettato successo di pubblico, e relativo botteghino, di “Per un pugno di dollari”, piovvero offerte multimilionarie da parte dei produttori di mezzo mondo, scelse subito Eastwood anche per l’immediato seguito della sua “trilogia del dollaro” ritenendolo un più che ottimo ed esaustivo attore il quale seguiva, con la massima attenzione, tutte le indicazioni che gli dava. Ma ciò non basta, considerando anche quanto Leone voleva fortemente Eastwood anche nei suoi due capolavori “C’era una volta il west” e “C’era una volta in America”, ma, in entrambi i casi, nonostante il suo indubbio saldissimo legame artistico e personale con Sergio, il grande Clint non accettò esplicitandone la motivazione: “Lui è andato verso film epici più grandiosi, io verso film più piccoli, verso storie più personali”. Eastwood comunque, da quella grande Persona che è, nel film “Gli spietati” – che ha vinto anche l’Oscar – nei i titoli di coda ha messo pure una sentita citazione ringraziamento per Sergio (Leone) e Don (Siegel) letteralmente “ A Sergio e Don”. E qui si permetta a chi scrive (laureato in Sociologia con una tesi in Storia e Critica del Cinema dal titolo “Sergio Leone fra cinema e realtà”) di dire che gli Oscar dati a Clint Eastwood sia come attore che come regista sono stati assolutamente fin troppo pochi avendo “il geniaccio cinematografico californiano” interpretato e diretto tutta una serie di film molti dei quali avrebbero meritato, senz’altro, il suddetto massimo riconoscimento mondiale del mondo del cinema. Ed, ancor meglio, scendendo di più nello specifico, diciamolo pure che, forse, una personalità così spiccata come quella di Eastwood mai, assolutamente, “ruffi” (abbreviativo di ruffiano) con niente e nessuno non è piaciuta, più di tanto, alle varie giurie (magari, chissà, anche, più o meno spesso, alle prese con determinati ed inscalfibili “equilibri” cinematografici) pur in presenza dei suoi bellissimi film da Lui interpretati, diretti e prodotti. Cosa, forse meno nota, è quella che Clint Eastwood, l’8 aprile del 1986, con ben il 72% delle preferenze, fu eletto sindaco di Carmel un veramente piccolo (meno di 3 km quadrati di estensione) delizioso borgo (all’epoca aveva 3.000 abitanti c.a.) posto sul mare, popolato dalle balene e da altri mammiferi marini tutto l’anno, nella (già di per se bellissima – ndr ) penisola di Monterey in California, alla fine del suo mandato, nonostante tutta la cittadinanza lo rivolesse sindaco, Eastwood declinò garbatamente l’offerta pur rimanendo molto legato a Carmel. Dimenticavo di dire anche delle indubbie e, più che importanti, capacità musicali di Eastwood ottimo musicista (suona benissimo il sax) e grande amante del jazz, compositore lui stesso di molte, ragguardevolissime, colonne musicali dei suoi film. Un sincerissimo Buon, anzi, Ottimo, Compleanno, Formidabile, Eccezionale, Clint”
Arnaldo Gioacchini