Ultimamente le persone, sparse in ogni dove, le quali sostengono che Nostradamus sia stato un grandissimo veggente hanno citato (interpretandola) una sua profezia, scritta nelle Quartine delle Centurie, che anticipava l’avvento di Donald Trump con tutta una serie di formidabili problemi che ciò si sarebbe portato dietro. Vista l’attualità della cosa è forse il caso di scriverne andando anche a vedere chi è stato Nostradamus. Procedendo, possibilmente per ordine, partendo da quanto sopra, vediamo le due quartine interessate e l’interpretazione che ne hanno dato, senza tentennamenti di nessun genere, i “nostradamisti”. Nella prima Centuria alla Quartina 40 c’è scritto che: “Il – false trumpet – (ovverosia Trump) da presidente Usa “farà si che Bisanzio cambi le sue leggi”.
Secondo gli “esperti” di Nostradamus, per Bisanzio si intende la Grecia, il Paese da cui inizia lo sbarco dei migranti in Europa. Quell’immigrazione al centro della campagna elettorale di Trump. Ed ancora nella Quartina 57 è scritto, sempre secondo i suddetti esperti che: “ il – false trumpet -provocherà grande discordia e che un accordo si spezzerà” ed ancora che: “il volto ricoperto di latte e miele giace a terra”. Sempre per i suddetti esperti pro Nostradamus questa frase fa riferimento ad Israele come “il Paese dove scorre latte e miele” ( come citata nella Bibbia ai Numeri 13,27-29). Come a dire che l’avvento di Trump e la sua politica potrebbe provocare anche la fine di Israele. In questo quadro interpretativo, sempre secondo i suoi estimatori si inserisce anche la Quartina 50: “La Repubblica della grande città” (gli Stati Uniti d’America) sarà portata “- by trumpet – a impegnarsi in costose operazioni militari “the city will repent” (se ne pentirà). Nostradamus era il suo pseudonimo visto che si chiamava Michel de Nostredame (è il nome con il quale viene più accreditato in un tempo in cui ancora gli “scossoni” linguistici fra lingua d’oc, d’oil e lingua del sì – il futuro italiano transeunte per il volgare ndr – non si erano affatto placati) di nazionalità francese nato a Saint Rémy de Provence ( la Provenza, come è noto è nel sud transalpino ndr – quindi lingua occitana o lingua d’oc) con certezza nell’anno 1503 mentre sul giorno della sua nascita si “oscilla” fra il 14 ed il 21 dicembre ( in una delle due date) da una famiglia benestante. Il padre Jacques era un notaio ma anche un ricco commerciante di cereali, della madre si sa molto poco se non che si chiamava Renée e che aveva “sfornato” sei figli di cui il suddetto fu il primogenito.
La famiglia di Nostradamus era originariamente ebrea poi convertitasi al cattolicesimo all’epoca del nonno il quale fu tanto convinto della conversione cattolica da abbandonare (ripudiandola) la sua compagna piuttosto restia di passare dall’ebraismo al cattolicesimo. Michel, avendone le possibilità e l’intelligenza per farlo, effettuò ampi, seppure un po’ “articolati” (per altrui o sua volontà) studi universitari, vediamone il perché: A quindici anni si iscrisse (fu iscritto) all’Università di Avignone al fine di conseguire il baccalaureato ma appena dopo un anno da quando già aveva iniziato a studiare, con molto impegno e buoni risultati, matematica, retorica, astronomia e astrologia, dovette smettere il quanto l’università chiuse i battenti per la devastante peste che stava “impazzando” in ogni dove.
Le narrazioni che lo riguardano ci dicono che proprio l’espandersi della terribile peste lo motivò a tal punto da farlo viaggiare, per ben otto anni, alla ricerca e raccolta di determinate erbe, che potessero essere un valido rimedio per tale flagello, facendogli acquisire un’ampia esperienza da speziale operativo. A seguire questa non trascurabile esperienza da speziale Nostradamus (al quale non mancava certo la sete di sapere) tentò di nuovo (nel 1529) la via universitaria iscrivendosi all’Università di Montpellier al fine di conseguire il dottorato in medicina, ma anche lì non fu molto fortunato in quanto fu espulso essendo stato uno speziale una figura assolutamente vietata dai regolamenti universitari (il documento della sua espulsione è ancora oggi conservato nella biblioteca universitaria). Ma l’Uomo non si arrese ed alla terza iscrizione, nel 1532, finalmente fu ammesso alla Facoltà di Medicina concludendo poi i suoi studi fino ad indossare la toga rossa raggiungendo il titolo di dottore e coltivando ulteriormente un’altra sua “passione” che era quella dei viaggi esercitata soprattutto nel sud della Francia (ma non solo) visitando e soggiornando soprattutto ad Avignone e Bordeaux fino a giungere al confine pirenaico con la Spagna in quel di Tolosa. Nostradamus raggiunse inoltre una certa notorietà in quanto creatore di una pillola rosa che si diceva proteggeva dalla peste, anche se poi la sua fama imperitura è legata indubbiamente alle sue profezie, scritti raccolti in un libro del 1555 dal titolo “ Le Profezie” composto di quartine in rima unite in gruppi di cento dal che in originale “Centuries et prophéties.”
Nostradamus, insieme a Malachia ( Máel Máedóc 1095 -1148 particolarmente votato alle profezie religiose da non confondersi con il presunto Malachia ultimo dei Profeti Minori dell’Antico Testamento (V° secolo a.C.) di cui, fra l’altro, si mette in dubbio pure l’esistenza considerato che malachia in ebraico significa “il mio messaggero”- ndr) arcivescovo cattolico irlandese, poi proclamato santo dal papa Clemente III nel 1190, è comunque ritenuto il più conosciuto estensore di profezie di tutta la storia dell’uomo. Fra le prime profezie che vengono ascritte a Nostradamus vi è quella in cui inginocchiandosi davanti al prete francescano Felice Peretti (Nostradamus scese da cavallo e disse: “Posso inginocchiarmi di fronte al futuro Papa?”( lo chiama Santità, il monaco Peretti diverrà Papa l’1 maggio 1585 con il nome di Sisto V (Nostradamus morì invece il 2 luglio 1566). Su
Nostradamus, come su altri indovini meno noti, da sempre hanno cozzato fra loro i pareri, assolutamente divergenti, di coloro i quali sono stati e sono i sostenitori assoluti di quanto profetizzato al contrario di chi invece ha sostenuto e sostiene che si tratti di fandonie in quanto le sue quartine non hanno avuto e non hanno nessuna attendibilità. Senza entrare nei dettagli di quanto scritto dal suddetto (cosa che per farla non basterebbero interi tomi) è il caso, a mò di esempio, citare alcuni episodi per i pro ed altri per i contro. I favorevoli, i quali sostengono che l’Uomo predisse un numero notevolissimo di eventi, ad esempio la rivoluzione francese, l’avvento di Hitler, la bomba atomica ed addirittura gli attentati dell’11 settembre 2001. I detrattori invece sostengono che dalle quartine di Nostradamus non è possibile trarre dati attendibili per la previsione del futuro ed anche loro portano, per avvalorare quanto dichiarato, il fatto che le uniche tre volte per le quali indicò un data precisa le sue presunte profezie hanno fatto “un buco nell’acqua”: in una prevedeva che nel 1732 ci sarebbe stata la completa distruzione della specie umana, che il 1792 avrebbe rappresentato l’acme di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa che non c’è mai stata ( i detrattori,fra l’altro, sottolineano la conflittualità delle date per gli eventi che descrivono) e poi che nel 1999 sarebbe avvenuta la fine del mondo.
Ed a rafforzare ulteriormente le loro tesi i “No Nostradamus” affermano che le sue predizioni: “… altro non sono che esempi di chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere o interpretare in esse ciò che meglio crede”. Aggiungendo che: “Nostradamus non ha mai veramente previsto alcun evento futuro”.
Comunque la si veda si trattò di un personaggio sicuramente di vasta cultura (cultore dei “classici” greci e latini) ed anche, come medico, di un certo impegno sociale, tanto è vero che, nel 1545, si impegnò molto insieme al suo collega medico Louis Serre contro l’epidemia di peste che sconvolse Marsiglia, proseguendo poi da solo in tale opera in altre zone della Francia, ma anche qui i suoi detrattori sostengono che il suo forte impegno in materia fu particolarmente tale in quanto precedentemente (1537) aveva perduto sia la moglie (ne ebbe due in periodi successivi) che i due figli a causa di tale impietoso morbo. Come veggente, approfondendo i suoi studi sull’occultismo, Nostradamus iniziò a scrivere il primo dei suoi almanacchi (si ritiene che nel complesso essi contenevano almeno 6.338 profezie) nel 1550 e continuò a scriverne uno all’anno con un successo sempre crescente tanto è vero che molti notabili e potenti dell’epoca iniziarono a chiedergli oroscopi ed amuleti.
Fra i notabili c’è sicuramente da ricordare Giulio Cesare Scaligero una delle menti più eccelse del Rinascimento che nel 1531 lo invitò anche ad Agen sempre in Francia anche se Nostradamus viaggiò pure per l’Italia. Fra i nobili grandi estimatori dell’Uomo ci fu senz’altro Caterina dei Medici, moglie di Enrico II di Valois re di Francia; Caterina che lo invitò più volte a Corte per oroscopi e consigli e lo nominò addirittura consigliere e medico del successore di suo marito Enrico III. Vi è da dire che a proposito della morte di Enrico II Nostradamus scrisse una predizione che fece piuttosto scalpore in quanto si avvicinò molto agli accadimenti reali: “Il giovane leone il vecchio sormonterà Nel campo bellico in singolar tenzone Nella gabbia d’oro gli occhi perforerà Due ferite (o “flotte”) in una, poi morire, morte crudele”. I fatti andarono così: Enrico II partecipò ad una giostra cavalleresca armata (checché sconsigliato a farlo da parte dall’astrologo italiano Luca Gaurico anche lui all’epoca molto reputato presso la Corte francese – ndr) indetta per celebrare i matrimoni di sua sorella Margherita con il duca di Savoia e di sua figlia Elisabetta con il re di Spagna. Nella singolar tenzone con il giovane conte di Montgomery il re ebbe la peggio e rimase terribilmente ferito sia alla faccia che alla gola; ferite che,dopo dieci giorni di tremende sofferenze, lo recarono a morte. Entrambi i contendenti avevano incisi sui loro scudi dei leoni. Ad un certo punto però temendo fortemente, a seguito dei suoi scritti, le pericolose reazioni di fanatici religiosi Michel de Nostredame (a cui, abbiamo già detto, certo non mancava la cultura per farlo) iniziò a scrivere i suoi versi utilizzando un linguaggio frutto di un mix di provenzale, latino, greco, italiano, ebraico ed arabo e, come se ciò non bastasse, fuse il tutto con giochi di parole, questo per “camuffare” ancora di più i suoi (già piuttosto criptici) scritti temendo addirittura di finire a giudizio presso la Santa Inquisizione.
Studi recenti affermano che Nostradamus, il quale comunque rifiutò sempre il titolo di profeta, attinse abbondantemente, a parte ciò di sicura derivazione biblica, ad antiche fonti storiche (vds. Tito Livio, Svetonio, Plutarco) andando a citare, nelle sue profezie personaggi come Lucio Cornelio Silla, Nerone e Gaio Mario. Per non parlare poi dell’ampio attingimento fatto sui cronisti medievali quali Goffredo di Villehardouin e Jean Froissart e, per quanto riguarda la parte astrologica, Richard Roussat con il suo Livre de l’estat et mutations des temps. Ma Nostradamus, da grande studioso qual era, s’impegnò anche nella traduzione in francese (ebbe ben sei edizioni) del Mirabilis liber del 1522 ( che era scritto in latino con caratteri gotici ed abbreviazioni di difficile comprensione) la quale era una grande raccolta di profezie derivate dall’ Apocalisse di Pseudo-Methodius, della cosiddetta (e mai identificata) “Sibilla Tiburtina” (un’antica profetessa che, sembra, predisse pure la nascita di Cristo) di Gerolamo Savonarola di Gioacchino da Fiore ed altri ancora.
Nostradamus, per le sue profezie, attinse pure altro materiale dal De honesta disciplina del 1504 di Pietro Baldi del Riccio, che a sua volta includeva estratti dal De daemonibus di Michele Psello (filosofo bizantino nato a Costantinopoli nel 1018 p.C.n. – ndr) e dal De Mysteriis Aegyptiorum, un libro sulla magia di Giamblico (Giamblico di Calcide filosofo aramaico di lingua greca 300 c.a. p.C.n. – ndr). Comunque fu solo nel secolo successivo a quello in cui visse, e non prima, che si iniziò a considerare e valutare, nella giusta maniera, l’importante ruolo e l’influenza che le vaste fonti letterarie, particolarmente quelle classiche, ebbero sugli ampi scritti di Michel de Nostredame. Negli ultimi anni della sua vita Nostradamus dovette convivere, soffrendo molto, con una forma molto brutta di gotta (tramutatasi in idropisia – accumulo di liquidi che gonfiano il corpo a dismisura) che gli rendeva difficile anche brevi spostamenti tanto è vero che lo studio e la camera da letto furono fuse in un’unica stanza dove fra la notte dell’1 luglio ed il giorno del 2 luglio 1566 l’Uomo esalò l’ultimo respiro. Ma anche qui Nostradamus non venne meno (in questo caso per se stesso) alla sua grande fama di profeta eccone la, comunque stupefacente, narrazione. In genere il suo segretario monsieur Chavigny lo vegliava durante la notte pronto ad ogni eventualità ma in quell’occasione Nostradamus gli disse che voleva trascorrerla da solo, al che il segretario che gli disse: “Fino a domani Signore?” si sentì rispondere “Non mi troverai vivo all’alba”. Al mattino del 2 luglio lo Chavigny, il quale aveva con se parenti ed amici di Nostradamus venuti a fargli visita, dopo aver bussato ripetutamente alla porta e non avendone ottenuta niuna risposta la aprì e vide, insieme agli altri convenuti, il suo Signore morto riverso in terra fra il letto ed una vicina panca. Piaccia o no, indipendentemente dalle nette contrapposizioni suscitate dalla grande messe delle sue profezie (previsioni che giungono fino al 3797 !), il Nostradamus, come sopra scritto, fu, senza dubbio, un Personaggio “profetico” a tutto tondo anche al momento della sua finis vitae.
Arnaldo Gioacchini