ROMA – E’ stata approvata la scorsa settimana alla Camera dei Deputati una legge che, finalmente, prevede pene severe, come la reclusione da tre mesi a un anno e la contestuale multa da 3.000 a 15.000 euro, per chi introduce illegalmente cani e gatti in Italia. L’approvazione della legge, sostenuta dalla Lav (Lega Anti Vivisezione), ha visto l’impegno, trasversale alle appartenenze partitiche, di moltissimi parlamentari italiani, tra cui il ministro degli Esteri Franco Frattini, Silvana Amati, Patrizia Bugnano, Fiorella Ceccacci Rubino, Gabriella Giammanco, Gianni Mancuso, Donatella Poretti, Manuela Repetti, Rodolfo Viola, più la Vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini Veterinari Carlotta Bernasconi e vari rappresentanti delle Forze di Polizia e del mondo della cultura.
“La tratta illegale dei cuccioli – spiegano i responsabili della Lav – coinvolge circa 200-300 mila cuccioli l’anno, introdotti illegalmente in Italia, falsificando documenti, con un giro d’affari stimato in almeno 300 milioni di euro all’anno grazie a cuccioli venduti a prezzi finali che oscillano tra i 500 ed i 1.500 euro, spesso “gonfiando” il prezzo all’origine anche fino a 20 volte. L’Italia ed altri Paesi come Spagna, Francia e Belgio, sono il punto d’arrivo di questo mercato illegale che ha origine dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, dove gli animali vengono precocemente sottratti alle loro mamme, costrette a continue gravidanze, sottoposti a lunghi e infernali viaggi. Alcuni cuccioli viaggiano sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge (microchip, passaporto europeo, certificato sanitario), altri sono trasportati con documenti di viaggio falsi o contraffatti. Secondo un sondaggio della Fnovi (Federazione Nazionale Ordine Medici Veterinari Italiani), la documentazione degli animali in viaggio è corretta solo nel 2% dei casi, verosimile nel 13%. La maggior parte (85%) degli animali da loro visitati è identificata con microchip, ma nell’80% dei casi non c’è corrispondenza con i dati registrati sul passaporto. Ma anche per cani e gatti “regolari”, spesso l’irregolarità sopraggiunge al loro arrivo, quando la documentazione del Paese d’origine viene sostituita con nuova documentazione: nuovi vaccini, nuova data di nascita e di inoculazione del microchip. I cuccioli diventano così italiani”.
“Questa Legge – afferma Gianluca Felicetti, Presidente della Lav – è un atto di civiltà perché, fra gli altri obiettivi, rende praticabile quello dello scoraggiamento del mercato degli animali e ora per le nuove e più grandi responsabilità impone allo Stato e alle Regioni Autonome di rafforzare le Polizie locali e nazionali nelle attività specializzate a reprimere i reati contro gli animali abbiamo dovuto lottare due anni per ottenere la nuova legge e ora siamo già al lavoro per realizzare le iniziative per la sua piena ed efficace applicazione”.
Infatti, con l’approvazione di questo testo, sarà perseguito penalmente chiunque, a fini di lucro, trasporti o introduca in Italia cani o gatti senza la documentazione prevista (con l’aggravante prevista per i cuccioli di età inferiore ai 12 mesi) e, inoltre, sarà oggetto di sanzioni amministrative anche l’introduzione illecita di animali da compagnia (ciò anche per evitare la diffusione di patologie da noi ormai superate, ma ancora endemiche nei paesi dell’est europeo).
Dal punto di vista del Codice Penale, infine, sono più pesanti le sanzioni previste per l’uccisione ed il maltrattamento di tutti gli animali: reclusione da quattro mesi a due anni nel primo caso e da tre a diciotto mesi nel secondo.
“Altrettanto importante – conclude con un monito Ilaria Innocenti, responsabile Lav settore cani e gatti – è che ogni cittadino faccia la sua parte per contribuire a stroncare questo squallido fenomeno giocato sulla pelle di animali in tenera età, evitando di ‘mercanteggiare’ esseri viventi e denunciando eventuali trasgressori. Adottare un cane o un gatto da un rifugio è sempre da preferire, per il bene dei tanti animali che rischiano di passare tutta la vita rinchiusi in un canile e per contribuire ad arginare il fenomeno del randagismo, purtroppo alimentato anche da quella sottocultura che tratta gli animali come merce”.