CIVITAVECCHIA – E’ uno spaccato interessante, e certamente preoccupante, quello che offre la sezione locale di Rifondazione comunista sulla situazione abitativa di Civitavecchia, grazie soprattutto ai dati forniti dal sindacato dell’Unione Inquilini. “Abbiamo appurato che molte – si legge nel comunicato del Prc – troppe famiglie civitavecchiesi vivono in strutture inadeguate o fatiscenti, al limite (o spesso al di sotto) delle dignitose condizioni umane, non riuscendo a fronteggiare la spesa per la casa. Basti pensare che a fronte di stipendi che oscillano fra gli 800 e i 1200 euro, ci troviamo davanti a prezzi medi di locazione che a Civitavecchia vanno in media dalle 600 alle 800 euro mensili per l’affitto un immobile dignitoso. Altri invece sono costretti ad esempio a pagare dei canoni del tutto inadeguati per i loro alloggi, perché superiori a quelli indicati nelle tabelle dei corrispettivi pubblicate dalla regione Lazio alla fine del 2013, rischiando perciò uno sfratto quando invece potrebbero vantare addirittura dei crediti nei confronti del locatore”.
E’ palese ormai, commenta il Prc, che la gravità di queste spese è impossibile da sostenere per le famiglie monoreddito e che sempre di più a pagarne il prezzo sono i soggetti più deboli e privi di coperture sociali. “Tutto ciò nella inadeguatezza di un servizio socio-assistenziale pubblico, che a causa di continue revisioni di spese e bilanci, vuoi per carenze strutturali, vuoi per inadeguatezze amministrative ed esternalizzazione del servizio mediante appalti, non riesce a risolvere o arginare tutte le criticità abitative e le gravi e persistenti situazioni di disagio sociale”.
Il Prc ritiene che sia di vitale importanza mettere immediatamente in campo tutte le misure volte ad arginare questo problema, mediante la tempestiva applicazione della normativa di riferimento imposta dalla Legge 163/98 e dal nuovo “piano casa” del D.L. 47/2014, e tramite lo stanziamento di tutte le risorse possibili e necessarie a garantire il diritto alla casa. “E’ subito necessario – proseguono da Rifondazione – redigere accuratamente i piani di zona per l’edilizia popolare e sbloccare i fondi destinati alla realizzazione degli alloggi, ricordando che il D. L. 47/2014 prevede anche un piano di alienazione per gli alloggi IACP, con un finanziamento che stanzia ben 468 milioni di euro per il recupero di questi alloggi, garantendo varianti iper-semplificate per riconvertire all’edilizia sociale i piani urbanistici. Inoltre è presente nel nuovo provvedimento una maxi deduzione del 40% dei canoni di locazione dai redditi di impresa per tutte quelle aziende che recuperano alloggi da destinare ad edilizia popolare, o che ne costruiscano di nuovi. A tal proposito è bene ricordare che il Comune di Civitavecchia è tenuto a redigere la certificazione dei canoni concordati e pubblicarne gli importi, così come è tenuto a realizzare i suddetti alloggi e mettere in atto le misure predisposte dalla legge per la costruzione e il recupero degli alloggi popolari ricorrendo a tutti i mezzi economici possibili, anche i tanto discussi fondi Enel esigibili per opere di compensazione, poiché il diritto alla casa a nostro giudizio viene ancora prima di qualsiasi eventuale realizzazione di opera pubblica, anche se importante e necessaria per la città. E dal momento che la chiusura del cantiere Enel (circa 3000 persone che lavoravano in pianta stabile) ha lasciato una pesante disoccupazione sul territorio, allora non è scandaloso pensare che tali fondi possano essere utilizzati anche per questa occorrenza. Oppure, sempre con quei fondi ed in linea con quanto proposto a livello nazionale sul ‘reddito di cittadinanza’, l’amministrazione comunale garantisca ai meno abbienti un reddito minimo per vivere in modo dignitoso, senza ricorrere come in passato a misure clientelari ed arbitrarie come borse lavoro e sussidi una tantum, che poco e niente hanno a che fare con una sana e valida politica assistenzialista che, ripetiamo, risulta assolutamente vitale in questo momento”.