CIVITAVECCHIA – Forte preoccupazione per l’annunciata chiusura del centro trasfusionale dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia. Una dura prea di posizione arriva dal capogruppo di Forza Italia della regione Lazio Luca Gramazio e dall’esponente di Forza Italia di Civitavecchia Emanuela Mari, che parlano di “conseguenze pesantissime per il territorio”. Se pensiamo che il punto più vicino è il San Filippo Neri di Roma – affermano – comprendiamo bene i disagi per i cittadini. Zingaretti continua a portare avanti una politica disastrosa per quanto riguarda la sanità. Nei giorni scorsi, abbiamo assistito alle pesanti proteste di residenti e amministratori per il futuro degli ospedali di Bracciano, Subiaco, Monterotondo, Marino e Sora. Ora, questa scelta non fa altro che dimostrare la lontananza di Zingaretti dalle istanze dei territori. Per quanto riguarda la sanità, si continua a vivere alla giornata, senza programmazione e linee guida. Il piano di riordino degli ospedali rischia di creare ulteriori problemi ai cittadini, che non avranno alcun vantaggio. Questo è un altro segnale, l’ennesimo, di debolezza dell’amministrazione regionale.
Vorremmo sapere, infine, anche la posizione del sindaco Cozzolino sulla vicenda, anche a seguito dell’incontro di oggi con il direttore della asl Quintavalle”.
Ed è proprio la Asl RmF,, pur cercando con una singolare perifrasi di ridimensionare le conseguenze della questione, a confermare di fatto la chiusura del centro trasfusionale, parlando di “rimodulazione della rete di raccolta lavorazione e distribuzione del sangue sul territorio regionale”.
“Senza sottovalutare l’importanza di questo aspetto – si legge in una nota dell’azienda sanitaria – il Direttore Generale, Dott. Giuseppe Quintavalle. allora Direttore Sanitario, aveva adottato in passato le possibili iniziative per conservare le funzionalità del Servizio immuno-Trasfusionale, trasferendone le attività in locali più adeguati di quelli in cui si trovavano, in attesa di una rìstrutturazione definitiva. Per quanto riguardala ROMA F è previsto che presso l’Ospedale di Civitavecchia sia attivo un Centro di Raccolta del Sangue, che afferisce funzionalmente al Servizio lmmuno-Trasfusionale dell’Ospedale San Filippo di Roma. Ciò può costituire una perdita per l’ospedale di Civitavecchia, delle funzioni in autonomia delle capacità di lavorazione e distribuzione del sangue e degli emoderivati, ma lo migliora e lo riqualifica in termini di rispondenza agli standard qualitativi nazionali ed internazionali. La nuova organizzazione, infatti, mira a rendere più elastico e flessibile l’approvvigionamento e la redistribuzione delle scorte di sangue destinate agli ospedali regionali, incrociando i flussi di disponibilità derivanti dagli ambiti locali con la domanda di utilizzo articolata secondo aggregati geografici e temporali. Questo significa che andrà a scomparire la presenza dei Centri Trasfusionali locali cosi come fino ad oggi li abbiamo conosciuti per riarticolarne la funzione in un nuovo sistema di hub e spoke mutuato da più generali modelli gestionali applicati in sanità pubblica”.
La Asl sottolinea poi che “la riorganizzazione di questi giorni non va comunque ad incidere sulla capacità di assistenza in termini trasfusionali dell’Ospedale di Civitavecchia ai pazienti, sia per l’attività ordinaria che per quella di urgenza. L’attività ordinaria prevede le prove di compatibilità del sangue, che verranno effettuate presso l’Ospedale San Filippo, il quale fornisce il sangue compatibile richiesto. L’emergenza sarà invece assicurata con le disponibilità del sangue “O” negativo per tutti i casi in cui le condizioni cliniche del paziente impongano un’emotrasfusione immediata, senza che ci sia il tempo necessario all’esecuzione delle prove di compatibilità. Si tratta della stessa modalità già in uso da sempre nell’Ospedale di Civitavecchia, secondo un protocollo interaziendale adottato in tutti gli Ospedali, in quanto costituisce l’unica procedura utilizzabile in caso di emergenze gravi in cui vi sia un pericolo di vita immediato. Molto presto infine verrà messa in funzione la nuova sede del Centro raccolta sangue che assicurerà una attività più razionale e funzionale sia agli operatori che ai volontari dell’AVIS, impegnati nella promozione della donazione del sangue”.
Spiegazioni e rassicurazioni, quelle della Asl, che appaiono in realtà poco convincenti, laddove si continua a mascherare i tagli con un astratto concetto di razionalizzazione.