Cosa c’è di più imbarazzante per la scuola italiana? Gli alunni ignoranti o i continui tagli del governo all’istruzione pubblica? Ma forse nessuna delle due cose supera il fatto che il signor Ministro, al secolo Maria Stella Gelmini, per scrivere un libretto di commemorazione sui 150 anni dell’unità d’Italia, ossia dedicato ad una delle pagine più importanti della nostra storia nazionale, sia costretta a scopiazzare da Wikipedia.
Ebbene, sembra proprio che far girare per le scuole un testo sul Rinascimento e sulla ricorrenza sia stata un’impresa troppo complessa per non cercare aiuti esterni: e quale fonte di cultura migliore se non la celebre enciclopedia on line dove chiunque, acculturato o meno, in grado o no, può scrivere e aggiungere informazioni?
“L’Unità”, con un articolo di Marco Salvia, ha persino pubblicato le prove del copiato, proprio come farebbe una professoressa che si accorga di un suo allievo che ha sbirciato sul foglio del compagno di banco: la spiegazione di cosa sia lo Statuto Albertino, le note bibliografiche su Alberto Amedeo di Savoia e persino su Mazzini sono riprese pari pari da Wikipedia, con tanto di imprecisioni linguistiche ed errori di ortografia.
Già perché, lo sanno tutti, copiare è un’arte e bisogna star bene attenti a non farsi beccare dal professore, in particolar modo a non copiare gli errori, altrimenti non si potrà negare di aver trascritto le parole del compagno. Il Ministro Gelmini ed i suoi esperti, evidentemente, non erano a conoscenza del fatto che l’enciclopedia on line è fatta dagli utenti della rete che desiderano diffondere informazioni, ma che alcuni di loro hanno le capacità necessarie ed altri no. Invece di effettuare serie ricerche storiografiche, evidentemente si sono fidati di quanto hanno trovato scritto e, così, nelle scuole italiane è stato distribuito un opuscolo informativo sui 150 dell’unità del Paese, fatto di informazioni sommarie e, persino, errori che avrebbero facilmente potuto reperire facendo un rapido giro sul web.
Cari studenti italiani, se vi interessa il Risorgimento, cosa alquanto improbabile visto chi scrive i vostri programmi scolastici, utilizzate un libro di storia e non l’imbarazzante riassuntino copiato qua e là dalla Signora Gelmini&Co!