SANTA MARINELLA – Si parla spesso delle vergognose condizioni in cui sono obbligati a viaggiare i pendolari della tratta ferroviaria Fr5, dei disagi dei ritardi, della mancanza di posti, del degrado in cui vertono le carrozze dei treni, sporche, maleodoranti, con i finestrini bloccati anche quando l’aria condizionata non funziona, calde d’estate e fredde d’inverno, piene di questuanti che, oltre a non pagare il regolare biglietto, infastidiscono in modo più o meno aggressivo i già “disgraziati” pendolari. Ma andare a Roma con l’autobus sarebbe meno disagevole? Già a partire dalle pietose condizioni in cui si trovano le fermate cotral lungo la via Aurelia, in particolare dal “Bar Aurelia” di Santa Marinella fino a Santa Severa, si direbbe proprio di no. Panchine distrutte, sostegni rotti e sbarre spezzate diventate pericolose perché taglienti, costrette, come nel caso della fermata del “Bar Aurelia”, a poggiare l’estremità opposta all’unico sostegno intatto dell’intera struttura, costringendo comunque i passeggeri ad un’attesa scomodissima perché la panchina risulta inclinata. Non è rimasto nulla dei vetri o delle plastiche trasparenti che avrebbero dovuto proteggere dal vento e dalle intemperie, con il tetto arrugginito: l’intera struttura dà l’impressione di
stare per crollare da un momento all’altro. Sembra una creazione del visionario regista Tim Burton e invece è solo l’esito di anni di mancata manutenzione e di tanto vandalismo. Avanzando lungo l’Aurelia lo spettacolo non migliora, a volte la fermata dell’autobus è segnalata solo da un palo blu con un cartello bianco con la scritta “Cotral” sbiadita e, in alcuni casi all’altezza di Santa Severa, il cartello non c’è proprio. Le intemperie, il vandalismo e la mancata manutenzione non hanno risparmiato neanche le pensiline che sembrano più recenti, dove i vetri o le plastiche dure che rivestivano i lati e soprattutto i tetti delle strutture sono rotte e pericolanti, totalmente assenti o solo bucate, rendendo comunque difficoltosa l’attesa dell’autobus soprattutto in caso di pioggia e di vento, ma anche nelle assolatissime giornate estive, impedendo ai pendolari, regolari o occasionali, di poter stare all’ombra. Le sbarre d’acciaio sono invece tempestate da scritte più o meno volgari e il tutto, nel complesso, appare abbandonato al degrado. In alcuni casi non è rimasta neppure la panchina, ma solo lo scheletro di ferro della pensilina, totalmente prima di rivestimenti. Dura la vita dei pendolari.
Francesca Ivol