CERVETERI – Si sente spesso dire che a condizionare le vicende della politica, quindi anche quelle della vita amministrativa di un comune, siano i cosiddetti poteri forti. Se ciò è vero si può immaginare che anche Cerveteri non sia immune da tale fenomeno. Ma chi saranno mai questi poteri forti? Semplice, essenzialmente sono imprenditori e tra questi i più attivi risultano essere gli operatori del settore edile: i costruttori, oppure coloro i quali hanno terreni da vendere ai costruttori stessi. E’ risaputo che lo sviluppo e gli interessi di un luogo sono strettamente legati all’urbanistica ed ai lavori pubblici, quindi all’edificazione. Non è che in questo ci sia qualcosa di illecito, né tanto meno di scandaloso, tant’è che la crescente carenza di risorse economiche ha fatto sì che nascessero strumenti del tipo “project finance”, che prevedono il ricorso a partnership pubblico-privata. Oppure strumenti del tipo “Edilizia concertata” dove l’imprenditore “scambia” i suoi interessi con quelli della collettività. Quindi, se ben organizzati e pianificati, i progetti dei poteri forti potrebbero anche convenire alla collettività stessa. Ma a Cerveteri i poteri non sono evidentemente tanto forti o tanto organizzati. Perché, dato per scontato che questi poteri hanno la facoltà di “indirizzare” le elezioni, spostare candidature, intervenire sulla politica partitica, influenzare le scelte politiche dei cittadini, condizionare con la loro forza economica le elezioni, a conti fatti non sono riusciti ad ottenere un granché in loco. Li invitiamo quindi a riflettere. L’azione passata dobbiamo dire, usando un eufemismo, non è stata completamente efficace. Da almeno 15 anni a questa parte a Cerveteri non è che si siano realizzate opere edilizie degne di rilievo, al più villette che hanno soddisfatto ben poco i grandi interessi, così come nessuna opera pubblica di un certo interesse ha preso l’avvio. Ci sono stati tanti progetti presentati, dai Patti Territoriali all’edilizia concertata; dalla zona artigianale al grosso centro commerciale; dalla 167 (edilizia economica e popolare) all’edificazione di un’altra Campo di Mare; da una viabilità da paese civile alle giuste opere di accoglienza turistica; per finire persino con un centro medico d’eccellenza e le perimetrazioni. Ma è facile constatare che quasi nessuno di questi progetti è stato avviato, ad eccezione della zona artigianale che però ha ancora problemi per l’avvio definitivo. Ed i sindaci che si sono succeduti in questo arco temporale, caratterizzato dal più bieco immobilismo, sono stati cinque, alternati con tre commissari prefettizi. A nostro avviso, anche per i poteri forti è arrivato il momento di cambiare strategia. L’esercizio del potere a Cerveteri è stato esercitato solo per bloccarsi a vicenda, determinando l’immobilismo amministrativo che viviamo quotidianamente. E’ necessario cambiare marcia e passare dall’esercitare il potere per bloccare gli altri ad un’azione più propositiva, che significa concordare un progetto che preveda un giusto equilibrio tra interessi di imprenditori e reali necessità della collettività cerveterana. Un progetto, per parlare più chiaramente, che preveda non solo nuove case e centri commerciali, ma anche scuole, strade, illuminazione, depuratori e più in generale servizi per la comunità e per lo sviluppo economico. Se si avrà il coraggio di abbandonare la logica di inseguire la soluzione più economicamente vantaggiosa per il singolo imprenditore, per seguire la strada che porti ad un progetto che tenga conto degli interessi di tutti gli imprenditori del territorio e della collettività, si farà un grosso passo avanti. Se poi si individueranno gli amministratori (politici) più idonei per “portare avanti” il progetto sarà stato fatto un passo determinante per creare quello sviluppo, inseguito da anni, sia da imprenditori che dai cittadini di Cerveteri.
Luciano Lucci – Responsabile del movimento civico Sviluppo per Cerveteri