ROMA – Dopo l’ondata di violenza e omofobia degli ultimi due anni e dopo la chiusura obbligata di librerie gay e i numerosi lavori di riparazione e recupero di locali attaccati da bombe carta e lanci di oggettistica varia, arriva una ventata di aria fresca: a marzo aprirà a Roma la prima biblioteca gay d’Italia. Ad annunciarlo, il 27 novembre scorso, è stato il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, durante la presentazione della campagna di spot tv “Gay Help Line”. finanziata dalla Regione. La struttura, di oltre 400 metri quadrati, sarà ospitata nella nuova sede di Arcigay Roma in via Nicola Zabaglia, a Testaccio, dove troveranno ubicazione migliaia di testi, italiani e stranieri, divisi tra letteratura, saggistica e riviste sull’universo omosessuale. “Un lavoro di raccolta di materiale durato circa 10 anni- ha spiegato Marrazzo – che porterà a riunire nella stessa casa testi che facevano parte di collezioni private e che ha pochi pari in Europa. La biblioteca ospiterà anche convegni e iniziative culturali sul mondo omosessuale e metterà a disposizione dei visitatori materiale multimediale, come dvd, ma anche filmati già in vhs che i tecnici stanno trasferendo su formati più moderni e accessibili”. A chi sarà intitolata è ancora una sorpresa. Nell’attesa di tagliare il nastro, ricordiamo che fortunatamente ci sono anche altre strutture simili nella nostra nazione, che però, a quanto pare, non sono ancora riconosciute con lo status di “biblioteca”, come il Centro di Documentazione Arcigay “Il Cassero” di Bologna, che ha iniziato la sua attività nel lontano 1983, che ad oggi conserva e mette a disposizione del pubblico più di 12 mila volumi e 5 mila audiovisivi. Dal 2002 aderisce all’Sbn (Servizio Bibliotecario Nazionale) e all’Acnp (Archivio Collettivo Nazionale Periodici). E’ aperto al pubblico 37 ore settimanali e fornisce servizi di prestito, consultazione e reference. Mentre a Perugia è stato inaugurato un centro di documentazione (biblioteca, emeroteca, videoteca) nel 1999.
In ogni caso, l’obiettivo adesso non è decretare il primato storico della più vecchia biblioteca gay d’Italia, ma tentare di abbattere il muro dell’incomunicabilità tra persone lesbiche, gay, trans e le loro famiglie e la società. E questo è anche l’obiettivo della nuova campagna di comunicazione di “Gay help line”, il numero verde contro l’omofobia e la transfobia, presentata nella sede della Regione Lazio dalla governatrice Renata Polverini e dal presidente dell’Arcigay Fabrizio Marrazzo proprio contestualmente all’annuncio della nuova apertura a marzo nella Capitale. Lo spot televisivo, dal titolo “Coming out e visibilità”, rientra nella campagna di comunicazione finanziata dalla Regione con 80 mila euro ed è incentrato principalmente sul rapporto tra padre e figlia: “Tua figlia è lesbica? Se non riesci a parlare con lei parla con noi. Gay help line”, questo lo slogan della campagna. “È un messaggio molto importante – ha spiegato la Polverini – indirizzato direttamente alle famiglie e ai loro figli. È un impegno che avevo preso in occasione di alcuni episodi di cronaca di intolleranza e discriminazione che hanno richiamato la nostra attenzione. Le istituzioni hanno il dovere di far evolvere la società e noi dobbiamo aiutare non solo queste persone ma anche le loro famiglie. Allo stesso tempo, questo è un messaggio diretto alle giovani generazioni, che devono vivere in maniera più serena questo stato e devono rinnegare la violenza e l’intolleranza”.
Lo spot, diffuso sull’emittente televisiva Mtv, il più importante canale musicale rivolto ai giovani, da domenica 28 novembre sarà visibile solo fino al 12 dicembre. “La presidente Polverini – ha ricordato Marrazzo – si è subito resa disponibile a darci un supporto. Questa campagna offre uno spunto di riflessione a tutti quei genitori che non conoscono le tematiche dell’omosessualità o che non riescono a comunicare con i loro figli”. Il Lazio è sempre stata una regione ad alto tasso di omofobia, ma forse qualcosa sta iniziando a cambiare davvero.