FIUMICINO – Continua l’ecoinformazione ad opera del Comitato Zero Rifiuti di Fiumicino: “Ci eravamo lasciati qualche tempo fa con l’Amministrazione e la stessa Bracciano Ambiente – affermano i suoi esponenti – che lamentava un calo del conferimento in discarica di poco meno del 10% annuo (derivante dall’estensione della differenziata nei comuni conferitori), quindi con una mole di tal quale conferito in discarica di circa 120.000 tonn./anno ed adesso invece ci ritroviamo con la proposta di un impianto di digestione anaerobica da 30.000 tonn/anno con produzione di biogas ed un impianto TMB, non si capisce a cosa finalizzato (CDR, CSS, recupero di materia) da 135.000 tonn/anno. Totale quindi di165.000 Tonn/anno di capacità di ricezione, un aumento consistente di poco inferiore al 40%. Infine un nuovo invaso di conferimento dei soli rifiuti trattati, adiacente all’attuale discarica in via di esaurimento, per una volumetria di 450.000 mc. Cosa succede? – domanda il Comitato – Non crediamo che stia aumentando la produzione dei rifiuti nei comuni conferitori (sia per l’effetto differenziata, sia anche per la crisi dei consumi), anzi; e non crediamo che i comuni che hanno scelto la differenziata porta a porta come sistema di raccolta nel tempo ci ripenseranno. Temiamo invece – continua Rifiuti Zero – che semplicemente si intenda allargare la platea dei potenziali clienti, viste le difficoltà della regione sul fronte dei rifiuti ed il conseguente ritorno economico di questa industria; conseguentemente si sta indirizzando la Bracciano Ambiente, il territorio di Bracciano (e confinante) verso una maggior presenza sul mercato attraverso la costruzione di una nuova cittadella della monnezza, probabilmente trattata. Crediamo – proseguono da Fiumicino – che la logica dei soldi facili derivanti dal biogas e dalla produzione di energia elettrica a prezzi assistiti siano una attrazione diabolica per le Amministrazioni, ed il territorio, che lotta contro il biogas dal Sasso, ad Allumiere, al megaimpianto da 24 MegaWatt a Maccarese, si trova ancora davanti a questo tipo di scelte, ad Amministrazioni che privilegiano il conto economico rispetto a quello ambientale ed al consumo di suolo. Ci domandiamo se questa svolta è stata concordata con le Amministrazioni dei territori confinanti, molte delle quali aderiscono alla strategia Rifiuti Zero. Era questo che serviva al territorio? E’ questo che amplifica e valorizza la vocazione agricola e turistica delle nostre terre? Un impianto TMB che lavora indifferenziato, oltre anche le attuali quantità conferite è semplicemente un disincentivo alla differenziata. E rispetto al digestore anaerobico, cosa si pensa di farne col digestato, di spargerlo tranquillamente sui campi? O di trasportarlo a qualche impianto di compostaggio?”, incalzano provocatoriamente dal Comitato.
Rifiuti Zero ritiene che queste non siano scelte che servono ai cittadini e che occorra invece favorire le amministrazioni virtuose, quelle che fanno riduzione a monte, riciclo e riuso; serve quindi costringere i Comuni conferitori a passare alla raccolta differenziata porta a porta quanto prima, utilizzando la leva dell’inasprimento tariffario e contingentando le quantità di tal quale conferibile ad ognuno; serve un’impiantistica di riciclo del secco e di compostaggio aerobico dell’umido; serve incentivare il compostaggio domestico e/o di comunità.
“Quello che certo non serviva – concludono da Rifiuti Zero – era aumentare la capacità industriale del sito, in particolare sul fronte dell’indifferenziato”.
Ricordano inoltre dal Comitato che l’Amministrazione di Bracciano deve ancora fare un piano di passaggio alla raccolta differenziata porta a porta che consenta di raggiungere gli obiettivi fissati per legge: cioè il 65% entro quest’anno.