Roma Termini: una metropolitana sicura?

metropolitana roma terminiROMA – La Stazione Termini garantisce le condizioni minime di sicurezza sottoterra? E’ quanto ci siamo chiesti nel dover, come ogni giorno, affrontare la lunga e penosa trafila dello snodo tra Metro B e Metro A e, soprattutto, nel dover risalire in superficie in direzione del centro commerciale Forum Termini e dei binari. Percorso che, nei giorni scorsi, è risultato particolarmente complesso e rallentato da blocchi causati dalle scale mobili fuori uso.
Innanzitutto va spiegato a chi non è un abituale frequentatore della metropolitana di Roma che la fermata “Termini” è uno dei punti nevralgici della città, in quanto raccoglie le centinaia di migliaia di persone che ogni giorno passano dal capolinea degli autobus di Piazza dei Cinquecento (quello che in tutta la capitale presenta il più elevato numero di linee in arrivo e partenza), quelle che devono incrociare il percorso cambiando linea del metrò, nonché tutte quelle che passano dai treni, nazionali regionali provinciali o urbani, alle vie sotterranee. A questi si aggiungono gli altrettanti turisti che, per raggiungere, i punti di maggiore interesse culturale, si trovano a dover passare per la stazione Termini. Tutto ciò si traduce, ogni giorno, in folle impressionanti che entrano ed escono dalle moltissime uscite della metropolitana. Come è ovvio, la situazione raggiunge picchi di affollamento critico negli orari della fascia pendolare e basta una minima imprecisione nel lavoro che ogni addetto deve svolgere per creare situazioni di caos. Sarebbe utopico pensare che non ci siano mai intoppi: Roma è ormai una metropoli e va da sé che rallentamenti e stress siano all’ordine del giorno. Nessuno potrà mai pretendere che la metro di Roma funzioni come quella di Parigi o Londra, dato che le linee sono solamente due (forse in un prossimo futuro tre) non per colpa delle varie amministrazioni cittadine né per incapacità ingegneristiche, ma solamente per il numero di resti sotterranei, scavi, catacombe e via dicendo eguagliato al mondo solamente dal Cairo.
Tuttavia, quello che si configura come un vero e proprio diritto del cittadino o del turista è senza dubbio la questione della sicurezza.
Trovandoci ogni giorno a dover transitare in stretti cunicoli creati per poter passare aggirando i punti dove sono in corso i lavori di manutenzione e per la costruzione della terza linea (che dovrebbero terminare solamente nel 2012), ci siamo più volte chiesti quanto dobbiamo preoccuparci: i corridoi sono superaffollati e ci si stringe ad imbuto tra le recinzioni che delimitano i cantieri, in precarie situazioni di sicurezza. Inoltre, fatto che avviene sistematicamente non appena si vede qualche goccia di pioggia (e considerando che siamo quasi a fine ottobre, meglio pensarci per tempo), ad aumentare il disagio contribuiscono alcune scale mobili ferme, che oltre a impedire l’accesso a chi ha problemi di deambulazione, obbligano quanti debbono spostarsi da una linea all’altra ad imbattersi in chi arriva dall’esterno o chi deve uscire fuori all’altezza dei negozi o a quella dei binari. Per dare un’idea a chi non conosce la situazione, ci si trova a camminare quasi uno sopra l’altro in spazi angusti, con luce fioca, stretti nella morsa di gente che ti arriva addosso da ogni lato. Risultato: sovraffollamento, sindromi claustrofobiche, colpi di calore anche in pieno inverno e malori più o meno gravi. E, situazione che ha portato due giorni fa all’idea di scrivere questo articolo, 25 minuti esatti per risalire tre piani di scale, in una situazione nemmeno troppo grave: una scala mobile rotta in più rispetto alla media. Al di là del dover calcolare tempi aggiuntivi per prendere il treno o l’autobus, ci si rende facilmente conto che, in tale situazione, un nonnulla potrebbe causare il panico e, data anche la carenza di personale di soccorso all’emergenza che si somma all’ovvia impossibilità di raggiungere il luogo dell’eventuale emergenza, si potrebbe persino ipotizzare la tragedia.
Sarebbe opportuno non dover attendere un “fattaccio” prima di poter vedere concreti aggiustamenti strutturali ad un punto fondamentale del trasporto pubblico urbano.