TARQUINIA – Formare un comitato tecnico provinciale per redigere un piano di riordino del sistema sanitario viterbese che tenga conto del ruolo strategico degli ospedali della Tuscia. Chiedere la convocazione entro il 15 settembre della Conferenza dei Sindaci a cui dovrà partecipare il governatore Renata Polverini. Continuare l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e organizzare manifestazioni popolari concordate, in caso di mancata indizione della Conferenza dei Sindaci da parte del primo cittadino di Viterbo Giulio Marini. Sono queste le decisioni prese nell’incontro convocato dal sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola (nella foto) a cui hanno preso parte gli omologhi di Acquapendente, Capodimonte, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Marta e Piansano Alberto Bambini, Mario Fanelli, Rodolfo Mazzolini, Gianluca Angelelli, Lucia Catanesi, Andrea Di Virginio, nonché il vice sindaco di Vignanello Vincenzo Grasselli e l’assessore ai Lavori Pubblici di Monte Romano Ugo Buzzi, la Cgil-Spi e il Cotom (Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale di Montefiascone), in rappresentanza della città falisca. Tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza dei nosocomi di Tarquinia, Acquapendente e Civita Castellana, come strutture di frontiera in grado di ridurre notevolmente la mobilità verso altre province o regioni, e di quello di Montefiascone, come supporto indispensabile al presidio di Belcolle. «La provincia di Viterbo sarà gravemente penalizzata. – ha dichiarato il primo cittadino Mauro Mazzola – Per questo motivo è indispensabile che i sindaci della Tuscia lottino insieme per far ascoltare le istanze del territorio. L’incontro è stato positivo, in quanto c’è stata grande unità d’intenti. Dispiace soltanto che al tavolo non erano presenti i sindaci del centro destra. Coniugare il diritto alla salute delle persone con il mantenimento della qualità del servizio sanitario, riducendo i costi, è possibile». Concorde il sindaco Gianluca Angelelli: «I tagli agli ospedali della provincia, guardando ai numeri, sono di gran lunga sproporzionati rispetto alla parte di debito che ciascuno dovrebbe sostenere. La provincia di Viterbo arriverà ad una media di posti letto di molto inferiore alla media nazionale, ma il tutto sarà ripianato, solo in apparenza, dall’accorpamento con Roma nelle macroaree. In realtà il taglio ai diritti dei cittadini non sarà affatto trascurabile, in un territorio che dovrebbe invece essere potenziato nei servizi e che necessiterebbe di investimenti».
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