Segnalata per errore come cattivo pagatore, grazie all’Mdc ottiene il risarcimento danni

soldiQuanti consumatori hanno una carta di credito ricaricabile (il cosiddetto “credito revolving”)? In tanti sicuramente. Anche la protagonista della storia resa nota dal Movimento Difesa del Cittadino aveva una carta di questo tipo, che utilizzava per pagare le varie spese, e della quale pagava regolarmente le rate. Un bel giorno la “sventurata” decide di chiudere la carta di credito. Salda, quindi, quanto dovuto, distrugge la carta e blocca i pagamenti che effettuava tramite addebito bancario. Fin qui tutto normale. Passano i mesi e la nostra “sventurata” decide di comprare un’auto e, si sa com’è di questi tempi, chiede un finanziamento per pagarla e lì l’amara sorpresa: “finanziamento negato perché cattivo pagatore”. Panico totale! Lasignora, dopo la figura barbina fatta dinnanzi al concessionario, è costretta anche ad umiliarsi chiedendo aiuto ai parenti per pagare l’auto che le serviva per lavoro. Peraltro una vetturetta usata dal costo di 4.500 euro.
La poverina scrive alle banche dati dei cattivi pagatori per chiedere notizie su chi l’avesse iscritta e così scopre che la finanziaria che aveva emesso la carta aveva deciso, per un errore nella procedura, di continuare ad addebitare le rate anche dopo il totale saldo. La banca delladonna, ovviamente, aveva respinto le richieste di pagamento e la finanziaria, dopo due rate respinte, l’aveva iscritta nelle banche dati come “cattivo pagatore”, ed il tutto a sua insaputa.
La signora contatta telefonicamente la finanziaria la quale le risponde che sono errori che possono capitare e che avrebbero provveduto a risolvere la vicenda. Nulla succede finché la sventurata, dopo essersi assicurata di essere ancora segnalata, interrogando le varie banche dati, decide di esprimere le proprie rimostranze per iscritto, chiedendo anche di essere risarcita per il danno subito.
Finalmente, dopo quasi due anni, qualcosa si muove e la finanziaria comunica alle Banche Dati che la donna non era una cattiva pagatrice e che c’era solo stato un errore. La posizione della poverina viene “ripulita”, ma di risarcimento danni nemmeno a parlarne.
A questo punto la signora decide di non subire e si rivolge al Movimento Difesa del Cittadino, diventa socia e chiede il suo aiuto.
L’Mdc compila per lei un ricorso circostanziato all’Arbitro Bancario Finanziario, se ne assume la rappresentanza dinnanzi a quel collegio giudicante e, dopo poco tempo, finalmente le ragioni della socia vengono non solo ascoltate, ma anche accolte.
L’Arbitro Bancario Finanziario infatti ha riconosciuto alla socia ben 4.000 euro di risarcimento (quasi il costo della vettura comprata) per danno alla reputazione, e, pochi giorni dopo la decisione, la finanziaria ha risarcito la signora.
“Una decisione, quella dell’ABF – commentano dall’Mdc –  pesante e significativa, che finalmente riconosce al consumatore la dignità ed il rispetto che gli competono, oltre che porlo, come merita, allo stesso livello delle Società Finanziarie delle quali sono clienti. Come infatti è comprensibile che le Banche e le Finanziarie tutelino i loro interessi usufruendo dei dati delle centrali rischio, negando a chi è segnalato come cattivo pagatore i loro prestiti, parimenti è giusto che, quando è la Finanziaria a sbagliare nella segnalazione paghi a caro prezzo il proprio errore. Ci auguriamo che questa decisione sia un primo passo verso un uso più responsabile ed accorto dello strumento delle centrali rischio finanziario, e che serva da monito ad alcuni soggetti finanziari che, a volte con arroganza, rifiutano ogni confronto dialettico con i loro clienti. Siamo ovviamente a disposizione per assistere i consumatori che dovessero trovarsi nelle stesse condizioni, o che stessero combattendo con società di recupero crediti aggressive ed irrispettose, altra piaga che affligge molte famiglie. A tal proposito, data la forte richiesta di tutela in questo campo, stiamo per aprire un apposito spazio sul nostro sito www.mdc-civitavecchia.org con consigli utili e moduli da scaricare gratuitamente. La nostra socia ha investito 25 euro (tanto le è costata la pratica) in diritti del consumatore. Lasciamo ai lettori il giudizio se sia stato o meno un buon investimento”.