CIVITAVECCHIA – Sembra superfluo rammentare a noi stessi che Civitavecchia gode di una posizione geografica invidiabile ed è fornita di un porto dalle caratteristiche tali che ne consentono la frequenza a navi di ogni tipo e dimensione. E che non ha mai potuto sfruttare a fondo tali positive qualità a causa della carenza di adeguate infrastrutture di collegamento. Eppure certe volte vale la pena soffermarsi su tale dato. Tanto più in questi giorni, in cui abbiamo ricevuto qualche buona notizia sul tema del miglioramento dei collegamenti. Che non appaga però interamente le nostre attese.
La notizia confortante è che il lotto Civitavecchia-Tarquinia dell’autostrada per Livorno, il cosiddetto corridoio tirrenico, vedrà probabilmente l’apertura del cantiere e l’inizio dei lavori entro il corrente mese di ottobre. E tutti possono considerare che, quando fra tre anni questa frazione del tracciato sarà ultimata, i benefici nel trasporto di merci e persone da e verso il viterbese e la bassa Toscana saranno sensibili.
Il dato sconfortante è che invece i lavori del tratto Cinelli-Monteromano della superstrada per Orte, il cui completamento è atteso nell’Alto Lazio da almeno 40 anni, ancora non partono. Secondo il dato ANAS del 20 settembre scorso, che ci auguriamo sia smentito da uno successivo, per quel lotto “verrà emesso a breve il bando di gara”. Eppure anche la costruzione di quel tratto di arteria contribuirebbe ad accorciare di molto i tempi di percorrenza dell’asse stradale tra la nostra città e il neonato Interporto di Orte.
Per quanto considerato condividiamo ed anzi facciamo nostro l’appello lanciato dagli imprenditori viterbesi ad unire le forze di quanti nell’area dell’Alto Lazio sono interessati e/o possono attivarsi nella giusta direzione per accelerare il completamento della trasversale. La Polverini aveva eccepito qualche mese addietro circa l’entità dei costi, forse non a torto ritenuti da lei eccessivi, del tratto progettato tra Monteromano e Civitavecchia. E allora, che cosa ha inteso elaborare per risolvere il problema del completamento dell’opera? Perché non si rapporta al territorio e non addita anche alle popolazioni una soluzione alternativa ?
Circa poi il tratto laziale immediatamente a nord di Tarquinia dell’autostrada litoranea come stiamo messi? Perché non si fa capire chiaramente all’opinione pubblica per quali successivi passaggi si vuole procedere per ultimare l’opera? E non sarà il caso, ad evitare prevedibili congestioni di automezzi, di riprendere il tema della costruzione della bretella A12 Porto così improvvidamente accantonato?
Il Consiglio direttivo del Polo civico