TARQUINIA – Il Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale pubblica il report di due anni di monitoraggio.
All’incontro di isabato hanno preso parte il Sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola, il Prof. Giuseppe Nascetti dell’Università degli Studi della Tuscia, il delegato comunale Daniele Scalet, il Presidente dell’Osservatorio e due dei tecnici dell’Osservatorio Ambientale.
“L’Osservatorio Ambientale funziona. I controlli sono reali, ufficiali e certificati dall’Università della Tuscia e dall’ARPA Lazio, sotto la visione dalla Procura di Civitavecchia. Il Consorzio è indipendente dall’Enel ed è la nostra arma per continuare a lottare per la salute nostra e del territorio in cui viviamo. – ha dichiarato a gran voce il primo cittadino – Ribadisco che sono stato, e sono tutt’ora contrario alla centrale a carbone ma non è stato possibile fermarla. Anche io sono un padre di famiglia, pertanto l’ultima cosa che voglio è che le mie figlie vivano in una città inquinata.”
Il Prof. Nascetti ha spiegato la doppia linea di azione secondo cui avviene il monitoraggio. “Il progetto di Biomonitoraggio ha l’obiettivo di valutare l’impatto della centrale a carbone direttamente su specie-sentinella vegetali e animali. In questo modo possiamo verificare le condizioni degli organismi viventi rispetto all’inquinamento. Dal primo confronto tra i dati del 2010, periodo in cui la centrale lavorava ancora a fasi alterne, e quelli del 2011, non sono state riscontrate variazioni.” Il prossimo passo, ha affermato il Prof. Nascetti, è aggiungere il biomonitoraggio sulla popolazione umana, iniziativa importantissima che, oltre a qualificare l’Università della Tuscia, dà un’ulteriore prova che l’Osservatorio Ambientale opera in modo efficace ed efficiente per garantire la salute pubblica.
I dati registrati dalle 11 centraline di rilevamento installate ad Allumiere, Civitavecchia, Santa Marinella, Tarquinia e Tolfa evidenziano secondo l’Osservatorio che i parametri analizzati sono ben al di sotto dei limiti imposti dalla legge. “Il biossido di azoto NO2 ha una concentrazione media di 19,6µg/m³ contro i 40µg/m³; il biossido di zolfo SO2 ha una concentrazione media di 3µg/m³ contro i 20µg/m³; solo 3 i giorni di sforamento delle polvere sottili PM10, nessuno per l’ozono (dati visibili sul sito internet www.ambientale.org)”.