COREA SUD – La nave traghetto Sewol ha urtato qualcosa, si è inclinata e poi si è rovesciata in poco meno di due ore, venti chilometri al largo della costa della Sud Corea. A bordo c’erano 475 passeggeri, 325 erano studenti, 15 insegnanti di un liceo partiti da Incheon per una gita all’isola di Jeju. Solo 179 naufraghi sono stati salvati, i morti accertati sono 6: mancano all’appello 296 persone, quasi tutti ragazzi tra i 15 e i 17 anni. Le autorità parlano ancora di operazione «search & rescue», ricerca e soccorso. Ma chi può essere sopravvissuto in mare, a una temperatura tra i 10 e i 12 gradi? E con quell’ordine di non muoversi, restare in cabina a bordo, lo scafo del Sewol si è probabilmente trasformato in una bara per i 296 dispersi. I ragazzi coreani sono disciplinati, quando hanno sentito l’ordine hanno ubbidito. L’equipaggio evidentemente pensava di poter salvare la nave o perlomeno di avere il tempo per aspettare i soccorsi. L’SOS era stato lanciato mercoledì mattina alle 9 ora locale (poco dopo la mezzanotte ora europea). Ma poco dopo la nave ha cominciato a sbandare, molti sono caduti, alcuni sono rimasti feriti. A quel punto alcuni insegnanti hanno detto ai ragazzi di cercare di raggiungere i ponti. Solo chi ha seguito il consiglio dei professori, disobbedendo all’ordine del comandante, ha avuto la possibilità di salvarsi. All’improvviso dagli altoparlanti è arrivato un nuovo ordine, l’ultimo: «Abbandonare la nave». Ma non c’era più tempo per calare le lance della Sewol, il traghetto era troppo inclinato, già semiaffondato: chi ha potuto, si è buttato nel mare gelido, ha cercato di nuotare verso le unità di soccorso. «Ho chiuso gli occhi, mi sono lanciato, poi ho nuotato più forte che potevo, finché qualcuno mi ha tirato su», ha raccontato un ragazzo. Che cosa è successo alle 9 di mercoledì mattina? Il traghetto era partito in ritardo da Incheon, pare a causa della nebbia. Sembrava che la gita dovesse essere sospesa, così avevano detto i ragazzi parlando al telefonino con i genitori. Poi la nave era partita. A metà viaggio, si è sentito un colpo, il Sewol ha cominciato a tremare, i motori si sono spenti. L’ordine di restare fermi «perché muoversi può essere pericoloso». Un ordine che probabilmente ha condannato a morte 296 ragazzi e insegnanti.
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