Iran, arrestata attivista per i diritti umani. Amnesty International: “Sia rilasciata immediatamente”

Il 16 novembre 2021 la nota difensora dei diritti umani iraniana Narges Mohammadi è stata arrestata a Karaj, nella provincia dell’Alborz, mentre partecipava alla commemorazione di Ebrahim Ketabdar, ucciso dalle forze di sicurezza durante le proteste nazionali del novembre 2019.

Il giorno dopo ha telefonato ai familiari per informarli che era stata portata al carcere di Evin, nella capitale Teheran, per scontare la condanna a due anni e mezzo, emessa nel maggio 2021 insieme alla pena aggiuntiva di 80 frustate, per “propaganda contro il sistema”.

Narges Mohammadi è la vicepresidente del Centro per i difensori dei diritti umani in Iran e ha collaborato alla Campagna per l’abolizione passo dopo passo della pena di morte. Dopo le proteste del novembre 2019, ha sostenuto pubblicamente le richieste di verità e giustizia delle famiglie delle centinaia di manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza.

Era stata già arrestata arbitrariamente nel maggio 2015 e condannata, un anno dopo, a 16 anni di carcere solo per aver esercitato la sua libertà di espressione e di manifestazione. Nell’ottobre 2020, dopo una campagna globale portata avanti anche da Amnesty International, era stata scarcerata ma le autorità iraniane avevano continuato a minacciarla.

“Narges Mohammadi è una prigioniera di coscienza presa di mira solo per aver svolto attività del tutto pacifiche in favore dei diritti umani. Ora che è in carcere rischia addirittura 80 frustate. Chiediamo alle autorità iraniane di rilasciarla immediatamente, di annullare la condanna e di assicurare che sia protetta da ogni forma di tortura, comprese le frustate”, ha dichiarato Heba Morayaf, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

“Arrestare una difensora dei diritti umani per aver chiesto verità e giustizia in occasione del secondo anniversario delle uccisioni durante le proteste del 2019 è un atto spietato. Chiediamo alla comunità internazionale, comprese le Nazioni Unite e l’Unione europea, di prendere posizione in favore di Narges Mohammadi”, ha concluso Morayaf.

Amnesty International