A futura memoria, mentre la gente muore

CIVITAVECCHIA – Per alcuni sono soltanto un elenco di nomi scomodo e imbarazzante da rimuovere in fretta; per altri sono lame affilate che affondano ancora nella carne viva, senza interruzione. Sono le centinaia di persone morte negli ultimi anni a Civitavecchia per patologie tumorali. Tanti, tantissimi, veramente troppi per ignorare una realtà dei fatti che a livello epistemologico è già stata accertata: in questa città si muore assolutamente più che altrove di cancro. Eppure è un dato di fatto che nemmeno in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative sembra smuovere più di tanto le coscienze. Anzi. La riprova è nell’attenzione che dalla truppa dei numerosi candidati sindaco, salvo poche eccezioni, viene rivolta al tema dell’ambiente, su cui si tende a sorvolare accennando all’inquinamento dell’aria e alla tutela della salute dei cittadini se non con veloci, retorici e a tratti irritanti luoghi comuni che non offrono risposte di alcun tipo a chi continua a piangere morti per cancro nelle proprie case e, scrutando le colonne mortifere di fumo nero che fuoriescono dalle centrali elettriche, si domanda inesorabilmente: chi sarà il prossimo? Vale ancora la pena restare a vivere a Civitavecchia? Vale davvero la pena mettere al mondo dei figli in questa città? A questi foschi interrogativi non sembra esserci risposta. Qualche candidato sindaco, di fronte al tema dell’inquinamento, non riesce a proporre niente altro che un serrato controllo delle emissioni, come se non si sapesse che centrali e porto inquinano tremendamente e come se non fosse noto che i controlli, che pur ci sono stati in questi anni con risultati tra il deprimente e il comico, non portano a nessun risultato se una volta effettuati non si intraprendono azioni incisive. Quando dai camini di Tvn fuoriescono nuvole di fumo che ricoprono l’intera città, ai cittadini non servono controlli per sapere che l’aria è inquinata; lo sappiamo già. Né servono controlli per controbattere alla stantia barzelletta dell’Enel per cui le nuvole nere niente altro sono che innocuo vapore acqueo. La domanda a cui i candidati sindaco devono rispondere con chiarezza è: una volta acclarato che l’aria di Civitavecchia è inquinata e i morti per tumore al di sopra della media nazionale, che cosa si intende fare? Si vuole controllare l’aria a vita o si vuole salvare la vita ai cittadini? Questa è la vera domanda a cui non sembra esserci risposta. Per rendersene conto basta scorrere su internet i programmi dei cinque candidati a sindaco accreditati alla lotta per il ballottaggio, e visionare la voce “ambiente”.

Per quanto riguarda Massimiliano Grasso nel suo programma si limita ad affermare: “Riteniamo necessario il monitoraggio continuo degli agenti inquinanti attraverso l’Osservatorio Ambientale, che deve raccogliere i dati delle stazioni di monitoraggio, degli altri enti di tutela che operano sul territorio pubblicarli con la massima celerità e trasparenza e presentare periodicamente studi epidemiologici”.

Non si spinge oltre Pietro Tidei, che scrive: “Per quanto riguarda invece il monitoraggio dell’ambiente, l’obiettivo è quello di tenere sotto controllo l’inquinamento atmosferico, elettromagnetico e acustico, e raccogliere ed elaborare dati e informazioni che consentano di pianificare gli strumenti di gestione del territorio in maniera più consapevole e in un’ottica di sostenibilità”.

Sul programma elettorale pubblicato nel sito di Andrea D’angelo addirittura la voce “ambiente” non compare per nulla e niente viene scritto in proposito.

Qualche risposta arriva invece da Mauro Guerrini, sul cui programma si leggono queste proposte: “Richiesta di riconoscimento del polo termoelettrico come SIN (sito di interesse nazionale) o SIR (sito di interesse regionale) attraverso una specifica legge regionale. Rifiutare qualsiasi richiesta di installare ulteriori impianti termoelettrici nel nostro territorio, indipendentemente dal combustibile utilizzato chiusura degli impianti esistenti a partire dal 2020, con la conversione in altri settori degli attuali livelli occupazionali Divieto assoluto di realizzazione di biodigestori per la produzione di biogas da trasformare in energia termica/elettrica. L’osservatorio ambientale, e non un ‘consorzio dei Sindaci’ costituito a seguito della riconversione dell’impianto di TN deve sempre più assicurare il diritto della popolazione ad una corretta informazione; l’osservatorio deve diventare una casa di vetro. Non dobbiamo più assistere alla ridicola difesa di interessi di parte che negano la realtà, laddove i display definiscono ottima una qualità dell’aria assolutamente scadente.

Infine, con più decisione sembra esprimersi Antonio Cozzolino, nel cui programma è scritto: “Avvio di un grande progetto di bonifica del territorio costringendo, come previsto dalle normative vigenti, gli inquinatori a sanare quanto da loro stesso contaminato e predisposizione del procedimento per far riconoscere Civitavecchia Sito d’Interesse Nazionale (SIN); impegno a non far transitare denaro da AP, ENEL o TirrenoPower direttamente nelle casse comunali, con l’eccezione di eventuali imposte dovute. Impegno a non aggiungere alcuna ulteriore fonte di combustione sul territorio comunale e ad impedire la trasformazione delle centrali esistenti in combustori per biomassa, CSS od altro combustibile derivato in qualunque modo dal ciclo dei rifiuti. Netta opposizione in tutte le forme possibili al paventato inceneritore di armi chimiche al centro militare. Verifica del rispetto delle prescrizioni delle VIA e dell’AIA per Enel, Tirreno Power, AP e di tutti i siti e gli opifici sottoposti a tali provvedimenti. Dismissione del Consorzio dell’Osservatorio Ambientale, e impegno a partecipare ai lavori dell’Osservatorio Ambientale istituito dalla Regione Lazio. Promozione di una campagna di monitoraggio del contenuto di metalli pesanti nel terreno. Avvio delle procedure per la riapertura dell’AIA”.

Ad ogni modo, a futura memoria, in vista soprattutto delle prossime elezioni amministrative, vale la pena ricordare i nomi di quei consiglieri comunali che il 25 marzo del 2003 votarono a favore della riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord.

Alessio De Sio (Forza Italia)
Giuseppe Berardozzi (Forza Italia)
Anita Cecchi (Alleanza nazionale)
Manrico Coleine (ex Ds, Gruppo misto)
Mauro Cosimi (Rifondazione comunista)
De Paolis Sandro (Ex Sdi, Gruppo misto)
Luigi Di Marco (Forza Italia)
Simone Giganti (ex Ds, Gruppo misto)
Franco Grassi (ex Ds, Gruppo misto)
Claudio La Camera (Alleanza nazionale)
Flavio Magliani (ex Ds, Gruppo misto)
Roberto Passerini (Alleanza nazionale)
Vittorio Petrelli (PerCivitavecchia)
Mauro Ranieri (Forza Italia)
Leonardo Roscioni (Forza Italia)
Renato Solinas (Forza Italia)
Dimitri Vitali (Alleanza nazionale)
Enrico Zappacosta (Alleanza nazionale)

Marco Galice