CIVITAVECCHIA – Un dirigente del comune mi nega l’accesso agli atti relativo a un permesso a costruire. Ma il Segretario generale non fa nulla, anzi. Perché?
Per far comprendere meglio la paradossale situazione è necessario premettere che l’art. 43, comma 2, d.lgs. del 18 agosto 2000 n. 267 tutela il diritto dei consiglieri comunali di ottenere dagli uffici del comune tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. I consiglieri sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge e per questo motivo non vengono in considerazione esigenze di tutela della riservatezza dei terzi. C’è da aggiungere che una sentenza del Tar della Campania del dicembre 2010 afferma che il diritto gode di una salvaguardia esclusiva quando “ad azionare l’istituto siano consiglieri di minoranza, cui i principi fondanti delle democrazie e la legge (cfr., ad esempio, l’art. 44 del medesimo Testo unico sugli Enti locali) attribuiscono compiti di controllo dell’operato della maggioranza e, quindi, dell’esecutivo, qui inteso nella sua più larga accezione di apparato politico ed apparato amministrativo”.
Visto che la legge è chiarissima e chiarito che entro due giorni gli uffici devono rispondere al richiedente, vediamo come si sono svolti i fatti e perchè.
Il 9 dicembre 2011 scorso protocollo la richiesta di prendere visione ed estrarre, relativamente a un permesso a costruire la Relazione istruttoria, istanza e progetto del richiedente comprensivo di elaborati e tutti gli atti che si rendessero necessari.
Il 12 dicembre 2011 il Segretario generale mi comunica, con una nota a penna sulla mia richiesta, che la stessa “può valere solo per istanza e progetto, comprensivo di elaborati”. Per il resto aggiunge che “gli atti vanno sempre indicati e non sono ammesse istanze generalizzate” e conclude con “Pertanto gli atti che si rendessero necessari li indicherà di volta in volta”.
Il 20 dicembre 2011 protocollo una nuova richiesta richiamandomi alla precedente, ma formulando in modo dettagliato numero e data di tutti i documenti.
Il 9 febbraio 2012, quindi 40 giorni dopo e non i due giorni previsti, il dirigente del Servizio 9, l’architetto Massimo Piacentini, mi indirizza una comunicazione nella quale afferma che “il titolare dei documenti di cui alla richiesta, ha opposto rifiuto” (sic!), aggiungendo “ le motivazioni addotte dal contro interessato all’accesso si ritengono giuridicamente consone alla disciplina della riservatezza dei diritti personali a alla privacy, pertanto la richiesta non può essere accolta”.
Il 14 febbraio 2012 indirizzo al Segretario generale una comunicazione in cui riporto quanto scrittomi dall’architetto Piacentini e facendo presente che “non esiste nessuna normativa che può impedire l’accesso agli atti per quella tipologia di richiesta e non è un caso che il dirigente non l’abbia menzionata”. Concludo la lettera chiedendo al Segretario generale di provvedere urgentemente.
Ad oggi 24 febbraio (dopo 2 mesi) il Segretario generale non ha dato alcun riscontro. Così mi sono deciso ad interessare il difensore civico provinciale, Avv. Alessandro Licheri.
A questo punto è legittimo chiedere: se i funzionari del Comune agiscono all’insegna del ritardo intenzionale, si può parlare di scarsa o assenza di trasparenza?
Ma un’altra domanda tutti si devono porre: la richiesta del consigliere Petrelli ha toccato qualcuno importante che ha da nascondere più di qualcosa?
Chi è il misterioso personaggio a cui l’architetto Piacentini, cui si aggiunge un comportamento opaco del segretario generale, sta offrendo un’improbabile “riservatezza dei diritti personali”?
Molto semplice: un assessore comunale; indovinate chi? L’ing. Mauro Nunzi assessore all’urbanistica (che coincidenza!!!)
Vittorio Petrelli – Consigliere comunale Idv