Bartolini: ” Il Porto è un tempio”

CIVITAVECCHIA – Da Lucia Bartolini riceviamo e pubblichiamo:
“Leggo che proseguendo nel gioco di dama della riscrittura toponomastica monumentale civitavecchiese, dopo l’occupazione del parco di San Gordiano con il mezzo busto di tale Leo Amici, è stata dedicata alla senatrice Mafalda Molinari il biglietto da visita del porto, la rotonda antistante il Forte Michelangelo (perché Forte Michelangelo intendo continuare a chiamarlo come nell’arcaico linguaggio forse poco acculturato per la moderna intellighenzia, ma tanto legato al cuore della nostra comunità marinara).
Nulla togliendo ad un marchio come quello della Sambuca che ha certamente fatto il giro del mondo e che potrebbe e dovrebbe trovare riconoscimento nel suo ambito di interesse cittadino, siamo tutti ben consapevoli della totale assenza di legame tra il dolce liquore e la Storia del Porto: tanto che senza alcun infingimento viene presentata a mezzo stampa come la rivendicazione di una precisa parte politica.
MA IL PORTO E’UN TEMPIO E COME TALE È ORA CHE TORNI AD ESSERE RISPETTATO.
Un tempio di Storia, di Lavoro, di Umanità, legato indissolubilmente a quanti ne hanno vissuto nei secoli le gioie e i dolori, le opportunità e le sofferenze, i colori e le nubi, la tanta e varia umanità, professionalità, capacità, sacrificio, della grande, antica e bellissima comunità portuale alla quale ho avuto l’onore di appartenere: non è un teatro per qualche personalissima propaganda o il giocarello pure un po’ inquietante di chi prova a ricostruirsi radici a sua immagine e somiglianza.
D’altra parte è un tentativo in atto da tempo nella nostra città quello di sconvolgere gli stessi tratti della Memoria, nel patetico slalom tra celebrazioni papali spuntate in ogni dove, monumenti, piazze, sassi variamente collocati, santoni e parchi: evitando accuratamente però di passare davanti all’abbandono della LAPIDE DI VIA MAZZINI, quella che ricorda i nostri caduti sotto il bombardamento della guerra in cui il regime fascista trascinò il Paese.
La riscrittura della Storia è il male del nostro tempo, assecondarla è una gravissima responsabilità.
Mentre auspico un risveglio dall’inspiegabile torpore di quanti di Porto vivono e hanno vissuto, lancio una proposta, a mio avviso doverosa e che assume un reale e profondo significato per il Porto e la sua città: SI DEDICHI QUELLA ROTONDA, QUEL BIGLIETTO DA VISITA DEL PORTO, AI CADUTI SUL LAVORO.
Per rispetto e senso di appartenenza.
Il Porto è il nostro tempio e come disse qualcuno: fuori i mercanti dal tempio!”