CIVITAVECCHIA – Rivolgo un appello al Sindaco e a tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, affinché si utilizzi la prossima riunione del Consiglio Comunale, prevista per il 17/7 p.v., per promuovere a Civitavecchia una manifestazione – aperta all’adesione e alla partecipazione di altri Comuni, istituzioni territoriali, forze politiche e sociali, movimenti e associazioni – contro la guerra, per la pace, per far tornare la parola alla diplomazia determinando, attraverso la trattativa e la negoziazione, le condizioni per dare finalmente al popolo palestinese uno Stato, per fare in modo che possano convivere pacificamente due popoli e due stati (Israele e Palestina) divisi da confini e da diverse culture ma accumunati dal necessario “ripudio della guerra”.
Quella che si sta consumando nella striscia di Gaza in questi giorni, è l’ennesima “catastrofe umanitaria” nella quale, ai razzi lanciati da Hamas (quasi tutti neutralizzati dalle batterie antimissilistiche) Israele risponde con massicci bombardamenti che determinano macerie e distruzione, nei quali migliaia di civili palestinesi inermi e pacifici, tra i quali donne e bambini, vengono barbaramente uccisi e feriti.
Le pressioni della diplomazia internazionale, per porre fine a questo massacro, sono deboli e balbettanti.
E’ incredibilmente e colpevolmente assente un movimento pacifista che, a livello mondiale, sia in grado di far sentire una voce autorevole di sdegno e di protesta. Eppure sono passati meno di dieci anni da quando quell’imponente, plurale e variegato “movimento pacifista” – sviluppatosi dopo l’11 settembre, successivamente alle guerre scatenate da Bush in Afganistan e in Iraq – riempiva le piazze di tutto il mondo con milioni e milioni di persone, con bandiere arcobaleno che si mescolavano con altri simboli e che gridavano forte: “contro le guerre senza se e senza ma” e “prima di tutto la pace”. Un movimento che fu definito “seconda potenza mondiale” e che nel nostro Paese, nel saldarsi con tante altre lotte di civiltà e per i diritti, vide l’impegno e la partecipazione attiva di milioni di uomini, donne, immigrati e giovani. Un movimento espressione di una “coscienza” democratica e di pace, largamente maggioritaria tra tutti i popoli, che pare – dopo meno di 10 anni – in presenza delle nuove atrocità delle guerre che esplodono in diverse aree geografiche, essersi dissolta come neve al sole.
In questo desolato e desolante contesto occorre far scoccare qualche scintilla dalla quale far ripartire un impegno collettivo e di massa per la pace, contro le guerre. Provo quindi a spiegare il perché ritengo che Civitavecchia abbia tutte le caratteristiche – in questi particolari momenti – per essere la città nella quale provare a costruire un nuovo “laboratorio per la pace”.
Civitavecchia in quanto Medaglia d’oro al Valor civile per i danni alla città, le vittime e i sacrifici della popolazione causati dai bombardamenti subiti durante l’ultima guerra mondiale. Civitavecchia che il 14 maggio del 1943 fu oggetto di un devastante bombardamento che rase al suolo la città ed il porto; provocando macerie e distruzione e un numero incalcolabile di morti e feriti.
Civitavecchia che, nel giugno del 1998, conferì la cittadinanza onoraria al leader palestinese Arafat. Un atto importante e simbolico di amicizia e solidarietà con un popolo che ha il diritto a poter vivere in pace nei confini di un proprio Stato, ripartendo da quelle risoluzioni dell’ONU che attribuivano il 48% del territorio (teatro di tante guerre) alla Palestina e il 52% ad Israele. Una percentuale, quella della Palestina, che oggi – dopo tante aggressioni e politiche espansionistiche di Israele – si è ridotta al 12% dando il senso di una progressiva ed intollerabile “eliminazione fisica”.
Civitavecchia che può sostenere la legittima ambizione manifestata proprio da Arafat, nel 1998 in questa città: “Vorrei che il porto di Gaza fosse come quello che vedo qui a Civitavecchia, così grande e vivo; ma il comportamento di Israele impedisce il sogno dei palestinesi.”
Spero che il mio appello al Consiglio Comunale venga accolto e che la città di Civitavecchia – pur ribadendo la netta condanna anche nei confronti di qualsiasi azione terroristica – nel nome del cittadino onorario Arafat, sappia agire per dare un contributo all’affermazione del sogno palestinese che è anche quello degli israeliani: “poter vivere in pace!!!”.
Nel mentre, la CdLT CGIL “Roma Nord Civitavecchia”, guardando anche ad altri conflitti in atto, come quello che da mesi sta insanguinando l’Ucraina, muovendo dai Principi Fondamentali della CGIL (contenuti nello Statuto, che recita “La CGIL considera la pace tra i popoli bene supremo dell’umanità. Ispira la propria azione alla conquista di rapporti internazionali per i quali tutti i popoli vivano insieme nella sicurezza e in pace …”) da domani mattina esporrà davanti alle proprie sedi le Bandiere Arcobaleno per la Pace.
Cesare Caiazza – Segretario generale CdLT CGIL “Roma Nord Civitavecchia”