SANTA MARINELLA – Prima del voto amministrativo, il Sindaco Tidei si è affrettato a realizzare lavori al solo scopo elettorale senza curarsi di completare gli iter di legge necessari.
Solo alcuni esempi: Parco Quartaccia, la cui inaugurazione sarebbe dovuta avvenire il 1° maggio; la limonaia, progetto pomposamente propagandato come eccezionalità turistica; la realizzazione della rampa su via Giuliani, promossa come rampa per i disabili senza che il progetto lo attesti.
Quante bugie, quanti arbitri di legge.
Noi siamo preoccupati di questa tendenza pericolosa che ha caratterizzato il primo mandato della giunta Tidei, ha subito un’accelerazione in campagna elettorale e, temiamo, continui nel secondo mandato. Denunciamo la tendenza di annunciare le opere, pensate dall’alto senza che vi sia la ben che minima partecipazione della popolazione anche quando queste interessano manufatti storici e la qualità della vita dei cittadini. L’effetto che ne consegue è che i lavori cominciano senza che siano state acquisite le autorizzazioni dagli uffici competenti e scavalcando vincoli e normative.
Ci sta particolarmente a cuore ribadire che l’abbattimento dell’affaccio al mare in Via Giuliani è stato autorizzato con un’ordinanza d’urgenza per la pericolosità del sito senza che esista una perizia tecnica che lo attesti e che non ha lo scopo annunciato di accesso al mare dei disabili (per i quali la legge prevede una pendenza massima dell’8%), quanto piuttosto la realizzazione di una rampa per autocarri, con pendenza di più del 20% come risulta dagli atti in Comune.
Arbitrio dopo arbitrio, ora il luogo è transennato, il cartello dei lavori rimosso, la Soprintendenza allertata e il risultato è che l’unico tratto di arenile libero è chiuso. Noi chiediamo, in tempi strettissimi, il ripristino del terrazzino e delle scale di accesso. Che si ponga rimedio ad un intervento distruttivo e ad un progetto completamente sbagliato e che non si lasci l’unico tratto di spiaggia libera sotto le macerie.
Per gli altri progetti: il cartello, che annunciava la limonaia, è stato oscurato perché manca l’autorizzazione della Regione Lazio e la limonaia versa in grave difficoltà di approvvigionamento idrico. Quel che resta del parco della Quartaccia, frettolosamente allestito con miseri barbecue, cancello chiuso con catenaccio, senza orari di accesso, è un terreno sterrato abbandonato che chiamarlo “parco” è davvero troppo”
Coalizione Futuro