Contatore del fotovoltaico alla Laurenti rotto, buttati oltre 25.000 euro

contatoreCIVITAVECCHIA – In tempi di crisi economica furente e di tagli agli enti locali stringenti, è possibile per un Comune già indebitato per decine di milioni di euro buttare dalla finestra circa 25.000 euro? Possibilissimo, se il Comune in questione si chiama Civitavecchia. La vicenda che denuncia quest’oggi il Consigliere dell’Idv Vittorio Petrelli ha infatti veramente dell’incredibile e, qualora quanto da lui affermato corrisponda a vero, conferma la superficialità e il pressapochismo che spesso caratterizzano la gestione politica della nostra città.
Questi i fatti, raccontati dallo stesso Petrelli. A seguito di un finanziamento regionale, il Comune di Civitavecchia provvide nel 2006 all’installazione, sui tetti di alcune scuole, di impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 135 kWp (chilowatt di picco). Per il plesso scolastico “Cesare Laurenti” di via XVI Settembre, fu prevista l’installazione di un impianto dalla potenza di 20 kWp. Nel giugno 2009, nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, fu reciso per errore il cavo di collegamento dell’impianto al contatore. Per questo motivo l’energia fotovoltaica prodotta non è stata da allora utilizzata né per far fronte al fabbisogno elettrico della scuola e neanche, quella eccedente, veicolata alla rete nazionale. Di questa situazione, sin dal momento in cui si è verificato il danno, è stata data comunicazione sia a vari assessori succedutisi che allo stesso ex Delegato Sebastiani. Sta di fatto che nulla è stato fatto per ripristinare l’impianto”.
Lo stesso Petrelli si è premurato di segnalare la persistenza del problema all’assessore Vinaccia mediante una comunicazione ufficiale datata 28 luglio 2011 ma rimasta senza riscontri.
Ed il danno economico di tutta la vicenda è sicuramente ingente. Petrelli lo quantifica in questo modo: un impianto da 20 kWp (kilowatt di picco) produce circa 25.000 kwh di energia elettrica l’anno; ogni kwh di energia prodotto ottiene un incentivo statale (tramite Gse) di 49 centesimi; se si moltiplica 25.000 x 0,49 si ottiene un importo di 12.250,00 Euro di incentivo/anno. Quindi circa 1.000,00 Euro al mese. Se moltiplichiamo questo importo per i 26 mesi di fermo dell’impianto, si ottiene la rispettabile cifra di 26.000,00 Euro totali circa. A questo mancato introito, si deve aggiungere il danno economico derivante dall’aver pagato l’energia elettrica durante il periodo di mancato funzionamento dell’impianto”.
Anche se, ad essere precisi, ci sarebbe da considerare un altro aspetto rilevante economicamente. “Infatti – prosegue Petrelli – la parte di energia elettrica prodotta in eccedenza rispetto ai consumi della scuola, avrebbe potuto essere venduta ottenendo un ulteriore ricavo. Quindi ci troviamo di fronte sia a una perdita economica che a un mancato introito”.
Motivi che hanno spinto l’esponente di minoranza a scrivere una nota al Sindaco Gianni,Moscherini, probabilmente all’oscuro della vicenda, per chiedere una tempestiva risoluzione del problema. “Comprenderà – scrive nella missiva al primo cittadino – come questa situazione sia ancora più imbarazzante per un Comune come il nostro, che non ha risorse neppure per far fronte alle perdite della rete idrica. Ma ciò che più sconcerta, è il lassismo, l’indifferenza davanti allo spreco di risorse economiche, a cui occorre poi far fronte con altri debiti. Non si poteva ad esempio impiegare queste risorse per contribuire alla maggior copertura del servizio della Mensa scolastica? E non è giusto che questi errori vengano pagati sempre dai cittadini! Provvederà in breve tempo l’amministrazione “del fare” oppure Sindaco mi autorizza ad intervenire personalmente con un tecnico di mia fiducia al fine di rimuovere l’inconveniente?”.
Si attendono risposte.