CIVITAVECCHIA – Che il sindaco Cozzolino sia alla ricerca di implementare le entrate ormai lo si era capito. Che vada cercando denari tartassando i cittadini anziché usufruire di canali istituzionali, come lo sono i fondi europei ad esempio, è un criterio assolutamente discutibile ed inaccettabile. E senza rendersi conto della crisi profonda che stanno vivendo i commercianti ormai da un decennio a questa parte, in una città che negli ultimi quattro anni ha pagato le tasse più salate d’Italia, non si comprende come si può pensare ad altri tributi. Cozzolino ci spieghi quali forme di sviluppo economico e turistico ha progettato per supportare le piccole attività commerciali schiacciate anche dalla deprecabile questione dei dehors. Ci dia qualche ragguaglio di concreta progettualità. Perché ora, in spregio alle difficoltà vissute dalle categorie di rappresentanza e con una faccia di bronzo simile a chi tira il sasso e nasconde la mano, offre alla città l’ennesima trovata “giustizialista”: una tassa sulle affissioni e sulle locandine pubblicitarie esposte fuori dalle attività commerciali. É stata applicata una legge nazionale, si dirà. Ma un’amministrazione che non garantisce servizi primari può continuare ad applicare la norma come se fosse una giusta punizione? Sarebbe comprensibile a questo punto se da parte dei commercianti ci fosse una levata di scudi per ribellarsi ad un’amministrazione che vessa e non promuove, che ostacola e non crea, che pretende e non rilancia, con le infinite potenzialità che Civitavecchia vanta.
Tra un anno avremo uno strumento indispensabile per cambiare rotta. E la deriva che si intravede sarà evitata: basterà solo fare la scelta giusta!
Giancarlo Frascarelli – vice coordinatore FI Civitavecchia