CIVITAVECCHIA – “L’8 giugno prossimo a Civitavecchia, se ancora non se ne fosse accorto qualcuno, si svolgeranno le elezioni amministrative per eleggere il nuovo Sindaco. In effetti, ad appena 60 giorni dal voto, non si respira quell’aria carica di attesa, che viene mossa non solo dagli aspiranti consiglieri comunali ma anche dalle “macchine organizzative elettorali” impegnate a far girare e stringere mani ai vari candidati sindaco. C’è un’aria di stanchezza che tradisce la sicurezza dei faccioni sorridenti che iniziano a circolare. La stanchezza non è sciatteria, ma nasce quando il proprio destino politico rimane appeso a decisioni altrui e, in questo caso, prese da illustri personaggi nella città di Roma. Una paralisi che, per le varie strategie, ingessa tutti i partiti. Sì, siamo sempre al punto di partenza, il destino di una città che nolente o volente, dopo Roma, rappresenta la comunità più importante della Provincia, non può decidere un proprio candidato sindaco. Aprire un dibattito sulla “romanocentricità” lo lasciamo a quelli bravi e a chi propone nuove Provincie, a noi basta leggere la semplice storia di questi anni: dopo l’azzeramento provocato dall’arrivo dei Cinque Stelle e la relativa frantumazione del centro destra e del centro sinistra, la nostra città ha iniziato a perdere autorevolezza nei confronti di Roma e dei suoi Palazzi (ovvero le istituzioni che contano nella vita dei cittadini, civitavecchiesi compresi). Questo deficit si è aggravato con l’ultima amministrazione comunale in estrema difficoltà a confrontarsi proprio con i grandi Enti presenti sul territorio e lasciando ai “tavoli romani” la gestione delle cose importanti. Questo continuo arretramento ha permesso il realizzarsi di consorterie locali con il “potente” romano di turno con il quale avere copertura politica per iniziative locali e politiche di piccolo cabotaggio, frantumando così i partiti della coalizione che per vivere oggi ha bisogno, in Consiglio Comunale, di appoggi “esterni” che nulla hanno a che fare con il centro destra eletto. Altro fenomeno da rilevare, come conseguenza di questo arretramento è la mancanza, nell’attuale situazione di preoccupante “stallo”, della voce della cosiddetta “società civile”: nessun imprenditore, nessun professionista, nessuna associazione lancia un grido, che possa essere un moto d’orgoglio tale da far scattare in piedi la città oppure, stiamo assistendo ad un depauperamento delle nostre forze migliori che in mancanza di riferimenti certi “locali” hanno costruito dei rapporti direttamente con il “potere” romano? La riflessione va fatta e l’analisi va estesa a tutta la “politica” con le sue articolazioni e i suoi partiti e movimenti sperando che questa nostra nota possa suscitare altrettante riflessioni e contributi per una “possibile” nuova città e un #cambiodipasso”
Associazione Culturale S.M.A.R.T.