CIVITAVECCHIA – Le accuse mosse al sindaco dalla Flaei Cisl di volere a Civitavecchia una nuova Taranto sono completamente fuori luogo, così come la loro beatificazione dell’ente elettrico.
Basterebbe leggersi le motivazioni della sentenza del tribunale del riesame sulla vicenda dell’Ilva di Taranto per capire che quello che l’amministrazione, ed il sindaco Tidei in primis, vuole è proprio che a Civitavecchia non accada quello che è successo a Taranto.
Corruzione, collusione, occultamento di dati, inosservanza delle leggi, diossina nel suolo e negli alimenti, un disastro ambientale con innumerevoli morti per un inquinamento prodotto in totale disprezzo delle più elementari norme di sicurezza in tutte le fasi della produzione.
Una lettura raccapricciante anche per il poco incisivo ruolo di chi avrebbe dovuto tutelare non solo il lavoro ma, soprattutto, i lavoratori.
Tutto ciò per una corsa al profitto economico individuale in nome del quale veniva massacrato l’ambiente e sacrificata la salute e la dignità di lavoratori e cittadini.
Non vogliamo Taranto né vogliamo Brindisi dove dirigenti dell’Enel sono stati rinviati a giudizio e la Provincia di Brindisi ha chiesto 500 milioni all’Enel per danni ambientali, alla salute, alla perdita di possibilità per il territorio, fatte salve le maggiori somme che dovessero risultare accertate a seguito dei procedimenti giudiziari.
Una Enel i cui rapporti con i sindacati a Civitavecchia, al di là del quadretto rosa dipinto dalla Flaei Cisl, non sono stati sempre idilliaci. Basti ricordare le varie note emesse negli anni nelle quali, per esempio, la Fiom Cgil, invitando l’Enel “ad accantonare atteggiamenti di strapotere economico e finanziario “, ribadiva “la necessità di ridiscutere la strategia dell’Enel in riferimento agli appalti metalmeccanici per modificare un sistema che anziché aiutare, uccide”.
Gli stessi sindacati degli elettrici, dopo gli incidenti mortali nella centrale, avevano affermato la necessità di un’intensificazione delle misure di sicurezza, giudicandole evidentemente insufficienti, come fra l’altro dimostrato dalla perizia del tribunale.
Lo stesso perverso sistema dei subappalti, che ha spesso strangolato le aziende locali, è stato spesso motivo di contrasto tra sindacati ed Enel. Per quanto riguarda, poi, il rispetto degli accordi e l’occupazione, basti ricordare la nota in cui, a proposito del Punto Enel, la Triplice denunciava il mancato rispetto degli accordi e ricordava la riduzione dell’occupazione conseguente alla chiusura delle sedi di via Adige, via Traiana ed Enel distribuzione.
Solo una miopia sindacale legata alla difesa di interessi particolari di categoria e di azienda ( !!), può ritenere che un sindaco agisca con demagogia e superficialità, dimenticando che è diritto-dovere di chi è stato democraticamente eletto al governo della città tutelare gli interessi complessivi della collettività, ivi inclusi quelli dei lavoratori delle centrali che della collettività fanno parte .
Marco Di Gennaro – Consigliere comunale lista Tidei